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Kepler scopre altri esopianeti gonfi di gas

Creato il 09 gennaio 2014 da Media Inaf

È tempo di bilanci in casa Kepler. Durante il meeting annuale dell'American Astronomical Society (AAS) a Washington sono stati presentati gli ultimi risultati delle ricerche del telescopio orbitante della NASA. Tra i pianeti candidati scoperti in questi quattro anni moltissimi sono gassosi. La tecnica per misurare la massa e la densità è quella delle variazioni temporanee di transito.

di Eleonora Ferroni

Pianeti-extrasolari
Continua la carrellata di pianeti extrasolari individuati dagli astronomi grazie al telescopio orbitante della NASA Kepler. Dopo aver scoperto cinque esopianeti rocciosi e  il soffice KOI-314c (il nano-gassoso), il telescopio lanciato nel 2009 non smette di tagliare traguardi e di portare a casa risultati sorprendenti. Durante i suoi quattro anni di carriera, Kepler ha scoperto migliaia di candidati, molti dei quali sono poi stati premiati con la medaglia di pianeta. Gli studi vertono, principalmente, sulla ricerca di possibili condizioni per la vita, ma anche e soprattutto sul tipo di materiali che compongono il pianeta.

Yoram Lithwick della Northwestern University ha ragguagliato i suoi colleghi durante il meeting annuale dell’American Astronomical Society (AAS) a Washington, spiegando di aver misurato la massa di circa 60 esopianeti più grandi della Terra e più piccoli di Nettuno. Una volta conosciuta la massa e la dimensione del pianeta, la densità (e quindi la composizione) è facilmente determinabile all’infrarosso. La scoperta per gli scienziati è sorprendente: molti pianeti, anche di poco più grandi della Terra, sono ricoperti da gas. “Questo ci indica – ha detto la Lithwick – che i pianeti si sono formati molto velocemente dopo la nascita della loro stella, quando c’era ancora il disco gassoso attorno alla stella”. La Terra, che è invece un pianeta roccioso, si è formata molto dopo la nascita del Sole, quando il disco era già scomparso.

Come in altri casi, Lithwick e il suo team hanno usato una tecnica particolare per misurare la massa dei pianeti extrasolari, quella delle variazioni temporanee di transito (TTV). Due pianeti che orbitano attorno alla stessa stella possono attrarsi e spingersi l’un l’altro a causa della loro forza gravitazionale, cambiando il momento di transito davanti alla loro stella. Calcolando il momento del transito si misura la massa del pianeta. I ricercatori hanno scoperto che pianeti due o tre volte più grandi della Terra hanno una densità molto bassa e questo indica senza ombra di dubbio che sono ricoperti di gas. Questi pianeti sono simili a Nettuno, ma più piccoli e morbidi, proprio come KOI-314c. Di contro, pianeti di poco più piccoli hanno una densità molto più alta e quindi sono duri come la roccia (sono spesso anche più densi della Terra e alcuni arrivano alla densità del piombo).

 

Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni



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