Di Silvia Azzaroli e Simona Ingrassia. Abbiamo visto questo attore in molteplici ambiti, sia che si tratti del teatro o della serie tv di Netflix, House of Cards e ha sempre trovato la strada per il successo. Come attore, produttore e nei dieci anni che ha speso come Direttore Artistico del teatro Old Vic, a Londra, la creatività e l’istinto di Kevin Spacey lo hanno ripagato bene, utilizzando il successo anche al servizio degli altri.
Nel 2012, il due volte vincitore dell’Oscar, ha creato la Kevin Spacey Foundation con la missione di coltivare il talento degli artisti emergenti nell’ambito teatrale e cinematografico. Grazie alla combinazione felice di borse di studio universitarie, e seminari di apprendimento, KSF supporta la nuova generazione di talenti e li aiuta a trovare la propria voce, raffinando le loro capacità, donando loro una possibilità concreta di seguire la propria passione per l’arte.
E il prossimo 29 settembre , Spacey dispiegherà le sue considerevoli doti canore al benefico della fondazione, solcando il palco proprio a Washinton D.C., per interpretare celeberrimi brani musicali swing e classici provenienti dal Great American Songbook, tutto con l’accompagnamento di una Big Band al completo.
Qui di seguito la star di House of Cards, che attualmente sta girando la terza stagione, condivide con Maria Shriver in un’intervista della Nbc, delle riflessioni su quanto l’arte e la cultura siano necessarie e ci spiega in che termini lavorare con giovani artisti hanno avuto delle notevoli e ispiratrici ripercussioni.
Che motivazioni lo inducono a farsi coinvolgere da progetti come questi?
Jack Lemmon – che è stato il mio mentore – insisteva sulla sua filosofia nel “riportare a terra l’ascensore” ossia ritornare alle origini nello svolgere la propria arte ed è esattamente quello che cerco di fare con il lavoro alla Fondazione.
Qual è stata la cosa che ha appreso e che l’ha stupito di più?
La cosa che mi ha colpito di più è stato imparare quanto le arti e la cultura siano necessarie nella vita delle persone – non sono da considerare un lusso – quanto queste possono essere utili nell’aumentare l’autostima, il senso di collaborazione e di fiducia delle giovani generazioni in tutto il mondo.
Cosa vorrebbe davvero dire alle persone con i suoi progetti?
Il lavoro che facciamo non è destinato solo alle persone che desiderano lavorare in campo artistico. Si tratta di un percorso importante nell’apprendere come un giovane può presentare se stesso, con serenità e capacità di comunicazione.
Chi o cosa l’ha colpito di più durante il suo lavoro?
Quando faccio dei seminari con i giovani artisti emergenti in tutto il mondo, continuo a essere ispirato dal loro impegno e dal loro desidero di essere sfidati, non importa quanto possa essere imprevisto o spaventoso. Poter osservare da vicino la luce dell’illuminazione nei loro occhi, quando questi ragazzini realizzano qualcosa su loro stessi di cui non erano nemmeno a conoscenza è una delle cose più notevoli che si possa vedere.
Qual è stata la parte più dura del lavoro o cosa ti ha sfidato maggiormente?
Incoraggiare i governanti a spendere tempo, energie e risorse per riprendere in mano la propria cultura artistica e ricostruirla nel proprio territorio e non limitarsi a importare l’intrattenimento dagli altri paesi. Io incentivo e incoraggio la nozione di coltivare i talenti nella nostro paese.
Quanto ti ha cambiato questo lavoro?
Sono una persona migliore grazie a questo impegno. E mi tiene in contatto con il mio lato infantile. Come se fossi stato io stesso il soggetto di questo tipo di progetti quando ero giovane.
Quali obiettivi hai per i prossimi dodici mesi?
Gli obiettivi della Fondazione per i prossimi anni sono di portare il nostro programma – denominato HOME GROWN - in più paesi e stati possibili. Questo è il nostro piano: coltivare nella propria nazione di origine i talenti scovati in tutto il mondo.
I biglietti per lo spettacolo del 29 Settembre si possono acquistare sul sito
Kevin Spacey Foundation