Dall’arrivo al potere di Rohani, il tema dell’Olocausto del popolo ebraico è stato al centro di numerose polemiche in Iran. Come vi avevamo già detto e al contrario di quanto è stato scritto in Occidente, il Presidente Rohani non ha mai veramente riconosciuto la veriticità storica della Shoa, ma si è limitato ad una vaga e generale condanna di tutti crimini commessi dai nazisti, anche quelli contro gli Ebrei. Hassan Rohani, parlando negli Stati Uniti, si premurà però di aggiungere che, per quanto concerne le camere a gas, si tratta di un tema di responsabilità degli storici.
In Occidente, come suddetto, ci si affrettò immediatamente a scrivere che Teheran aveva cambiato posizione e che rigettava il negazionismo dell’ex Presidente Ahmadinejad. Purtroppo però. nonostante i piccoli passi avanti sul tema rispetto all’amministrazione precedente, la posizione ufficiale del regime iraniano in merito all’Olocausto non è cambiata per niente. A precisarlo, molto chiaramente, è stata la stessa Guida Suprema Ali Khamenei dal suo account su twitter: in un cinguetttio del 16 dicembre, infatti, Khamenei ha ricordato la data della condanna al carcere dello scrittore negazionista Roger Garaudy. Garaudy, prima comunista e poi convertito all’Islam, noto per aver negato l’esistenza delle camere a gas e per aver dichiarato affermato che nessuno sterminio del popolo ebraico è mai avvenuto da parte dei nazisti. Khamenei, non contento, ha postato anche una immagine in cui ha ricordato il suo incontro con Garaudy e la sua comparazione dei sionisti ai nazisti.
Insomma, in poche parole, la Guida Suprema ha riaffermato chiaramente la posizione negazionsita del regime iraniano in merito all’Olocausto. Ci chiediamo, ancora una volta, come possono i diplomatici occidentali incontrare i rappresentanti di un regime che nega il crimine più grave della storia. Il prezzo della legittimazione di questi terroristi, purtroppo, sarà la fine delle aspirazioni democratiche del popolo iraniano!