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Ki se ne frega della Kultura

Creato il 06 aprile 2011 da Fishcanfly @marcodecave

 

Era da tempo che volevo dirlo, probabilmente. Questo post scaturisce da una conversazione fatta tempo addietro sul ponte della nave con Fraklinguamozza. Intorno a noi era calma piatta. Abbiamo pensato che i tempi fossero maturi per una “rivoluzione culturale”. Qualcosa deve cambiare.

 

Dunque, buttiamo il macigno che ormai mi sta proprio in gola. Queste sono giusto due righe, ma presto il thema sarà discusso ovunque e con varie ramificazioni. Partiamo da un dato di fatto: il sonno della ragione genera mostre, è una frase che ho intercettato in televisione, in uno dei pochi programmi interessanti all’ora di pranzo (non sempre, dipende dall’argomento al quale siete interessati). Ripetiamo il concetto: il sonno della ragione genera mostre.

Non ce l’ho in specifico con mostre che siano pittoriche, fotografiche o di altro genere. E non ce l’ho nemmeno con le mostre in particolare. Quella è una mera metafora per dire che di ciarpame spacciato per cultura in giro ce n’è davvero tanto (con tutto il rispetto per il ciarpame, solo che bisogna essere onesti sulla natura dell’oggetto in vendita). A dire il vero non bisogna avere chissà quali conoscenze o competenze determinate per capirlo. Basta sgranare per bene gli occhi e toglierci una buona volta questi prosciutti che ci penzolano davanti. Sono migliori quelli appesi dal macellaio, credetemi.

 

Ormai sono anni che non compare sulle scene una stella cometa, fulgida, brillante, fuggitiva che illumini il cielo. Non possiamo andare avanti a mostre o musica alternativa: è un preciso dovere morale, politico, direi addittura civico, iniziare a mettere dei paletti, liberarsi, senza troppi complimenti e senza remore, di ciò che non illumina niente.

 

Un libro, una mostra, un cantante devono (hanno l’obbligo immorale) di cambiare la vita dei fruitori (non certo quello di cambiare il mondo), devono poter incidere sul destino di chi è disposto a fruire della loro opera artistica.

 

Tutti questi pazzi scalmanati che si lasciano proclamare in giro con l’altisonante nome di “artista” non sono neanche, il più delle volte, pazzi, men che meno scalmanati. Sono, spesso, comodi borghesi con un altro lavoro alle spalle che nel “tempo libero” scarabocchiano una tela o fotografano qualcosa. E spesso un minimo di creatività unito a un’ottima padronanza delle tecniche consente loro di poter esporre il loro lavoro (patinato) al pubblico.

 

Ma non basta questo a fare di un uomo, un artista.

…” voglio che Dio mi mostri il suo volto” – Jack Kerouac

Prima di tutto un artista è responsabile del destino dell’umanità: è un Cristo venuto a redimere l’Umanità dal più oscuro dei peccati, la negazione della Bellezza. L’Artista è un messia disinteressato alle opinioni cangianti della moda, disinteressato alle quotazioni del mercato, alle èlite ingessate con vestiti stirati e calice in mano, un cipiglio altezzoso per aver letto qualche didascalia in qualche libro scadente.

Ki se ne frega della Kultura

Ho visto mostre in cui si aggiravano occhi perduti, alla ricerca di sesso o di relazioni sociali di altro genere, o in fuga da altra quotidianità. Ma la colpa non è certo del pubblico. Dare la colpa a un indefinito sistema significherebbe in qualche modo assolvere con bontà generosa tutti per finire a ballare in Puglia o ciascuno nella sua regione mentale (Caparezza docet).

 

Ciascun c.d. artista deve farsi un esame di coscienza e chiedersi se davvero dietro la sua schiena ci siano ali vere o fatte di sola cera, pronte a sciogliersi al primo riflettore.

Ki se ne frega della Kultura

L’obiezione più logica è che il mercato è tuttavia gonfio e quasi esautorato, pertanto stringente, tale da lasciar fuori spesso talenti, e inglobare in sè sprovveduti. Talvolta accade, quasi per miracolo, il contrario.

 

Ma questo è e resta, in parte, un altro mito. Io dico: l’Artista è un dio che scaglierà fulmini ovunque vada, il suo cammino è lastricato di fame e di fama, ma la meta è fulgida e tutti vedranno quando egli esploderà in cielo, mostrando il vero volto.

Ultimamente il mio disgusto verso il mondo aumenta ogni volta che mi guardo nello specchio: qual è l’alternativa valida in un mondo di alternativi senza alternativa?

Il coraggio contraddistingue il vero artista, il resto è tutto fumo da palcoscenico. Alla “cultura” di oggi preferisco i culturisti, oppure le fatine sui libri chiusi.

Ki se ne frega della Kultura

…”tanto gli artisti veri sono veri come i muppet” – Caparezza, Chi se ne frega della musica



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