Quando il primo film di Kick Ass esordì nei cinema americani, fu subito boom. La rivista Empire lo definì:
“una esageratamente intrattenitiva, ritmicamente perfetta e ultraviolenta furia cinematografica che colpisce i posti che gli altri film faticano a raggiungere”
In Italia non se ne parlò per un anno scarso e al momento di essere distribuito in sala, il film fece a malapena un milione di euro di incassi. Fortunatamente internet ci mise lo zampino, e in bassa qualità video con audio originale scadente e sottotitolato vidi il più emozionante film super eroistico degli ultimi anni. Sarà stato il tocco registico di Matthew Vaughn o le musiche melodiche di John Murphy, sarà stata la mia smania per Nicholas Cage o la violenza splatter, ma quella notte non dormii molto, pensando e ripensando a Big Daddy e Hit Girl.
Kick Ass 2 è diverso dal suo predecessore perchè si mostra meno cazzone e forse più maturo. Per i primi cinquanta minuti non sembra poi questo granchè, spesso sconforta e fa rimpiangere le scene del primo episodio in cui Big Daddy tagliava la gola ai criminali senza pensarci troppo su, dando spessore drammatico a un film che nasceva per essere in fin dei conti la parabola evolutiva di un teenager che gioca a fare il super eroe. La prima metà di Kick Ass 2 paga dazio nell’indugiare eccessivamente sulla vita scolastica di Mindy, sul suo cercare a tutti i costi di smettere di essere Hit Girl per diventare una ragazza “normale”. C’è la sua prima cotta, l’incontro con le sue prime amiche oche, la sua prima audizione per diventare cheer leader. Tutto molto noioso e fortunatamente bilanciato dalla consueta attività supereroistica di Kick Ass, il quale entra in contatto con un gruppo di super eroi da strada, la Justice Forever, capitanati dal Colonello Stelle e Strisce, un ex criminale redento impersonato da un Jim Carrey poco in parte, per non dire moscio. E nel mentre che il bene aiuta le vecchiette ad attraversare la strada e i ciechi a salire gli scalini dell’autobus, il male si risveglia in casa di Chris d’Amico/ Ex Red Mist. Cresciuto per anni nel desiderio di vendetta per la morte del padre, sarà il primo super cattivo della città, si ribattezzerà Mother Fucker e assolderà un gruppo di pittoreschi super criminali per dare la caccia e uccidere l’assassino di suo padre, Kick Ass.
Nel secondo tempo della pellicola, i toni drammatici si alzano e si consuma tutta l’azione del film. Avvengono le prime tragiche morti, scendono le prime lacrime ai funerali e i super eroi si rendono conto che il fare giustizia non è un gioco senza conseguenze. Mindy tonerà ad essere Hit Girl per l’ultima volta? Kick Ass riuscirà con la Justice Forever a liberare la città dalla minaccia di Mother Fucker? Probabilmente sì, ma non senza conseguenze. La regia del film curata da Jeff Wadlow è lineare, sobria, senza virtuosismi sospetti o slow motion alla Michael Bay, a ragione del fatto che la saga di Kick Ass si regge sulla scenenggiatura e le storie dei protagonisti, non sui rallenty da pop-corn movie. Nessun cambiamento nelle musiche, il cui main theme viene totalmente fotocopiato dal primo capitolo al secondo; emblematici i minuti finali delle due pellicole, girati tutti e due sulle note dello stesso score, Flying Home.