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Dave Lizewski (Aaron Johnson) è un comunissimo liceale, talmente comune da risultare invisibile persino alla ragazza che corteggia. Finchè compra un costume su internet, fa le prove allo specchio e decide di dare una lezione a due tipi loschi, uno dei quali somiglia incredibilmente a Mario Balotelli mentre combina le sue bravate.E' alle prime armi, perciò avrà la peggio, ma il ferimento lo porterà a sperimentare una condizione di non dolore che diverrà anche il suo non superpotere: perchè Kick-Ass (questo è il nome di battaglia che si è scelto) non è assolutamente un eroe. Diventato famoso e cliccatissimo sul web, il fenomeno mediatico attira l'attenzione di un padre con strane tendenze a vestirsi da Batman e una bambina, figlia di cotale padre, che gli fa da Robin ma con un'anima da Nikita. Loro due, insieme, sono spinti dalla molla della vendetta e rappresentanto l'unico baluardo dell'eroismo e del coraggio. La piccola, in particolare, supera qualsiasi previsione misogina facendo apparire i maschi come dei rammolliti senza rimedio. E poi c'è Red Mist, in costume per necessità e con l'intento di tendere loro una trappola perchè sotto al suo vestito cela la propria identità di figlio del boss locale.
C'è da dire che Kick-Ass è un ottimo film con un ottimo Nicolas Cage (nei panni del Batman slavato). Il montaggio è sublime, gli effetti speciali abbondano senza risultare stucchevoli, la fedeltà al fumetto ispiratore di John Romita Jr è un tangibile segno di lealtà che celebra il funerale a tutti quei personaggi che per tanto tempo hanno popolato i comics con la loro sicumera di vittoria e di invincibilità, troppo lontane dalle nostre vite.
Ma resta il dubbio su chi sia lo spettatore tipo al quale è indirizzato. Gli adolescenti, vedendolo, potrebbero smettere di sognare troppo presto. I più piccoli non potrebbero nemmeno farlo, vista la censura under 14 dovuta all'eccesso di scene violente e sanguinose. E gli adulti sono già disincantati da un pezzo per poter stare al gioco e non sentirsi fuori luogo mentre siedono in sala. Io mi sono classificato in questa terza categoria e mi sono sentito un pesce fuor d'acqua, quasi quanto il protagonista quando aspira a fare l'eroe.
Tanto fumetto e poco arrosto.
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