Sons of Anarchy (serie tv, stagioni 1 – 3) Creata da: Kurt Sutter Rete americana: FX Reti italiane: FX, Fox Cast: Charlie Hunnam, Ron Perlman, Katey Segal, Maggie Siff, Drea de Matteo, Dayton Callie, Mark Boone Junior, Tommy Flanagan, Ryan Hurst, Kim Coates, Theo Rossi, David Labrava, Winter Ave Zoli, William Lucking, Michael Ornstein, Christopher Douglas Reed, Niko Nicotera, Emilio Rivera, Johnny Lewis, Ally Walker, Kenneth Choi, Mitch Pileggi, Titus Welliver, Adam Arkin, Kristen Renton, Paula Malcomson, Sprague Grayden, Taryn Manning, Kurt Sutter Genere: tamarro chic Se ti piace guarda anche: The Shield, Breaking Bad, Gomorra - La serie
Binge watching: visione ininterrotta di una grande quantità di episodi appartenenti a una serie televisiva, che è interamente disponibile in rete o in cofanetti di dvd. [dal dizionario Treccani]
Io non mi considero un binge watcher. Al limite posso essere considerato un guardone, ma un binge watcher no. Di solito le serie tv le guardo settimana dopo settimana, un episodio alla volta, seguendo la programmazione americana. Ah yeah. Una volta, nei preistorici tempi in cui Internet non c'era, così come anche nei tempi in cui la connessione a 56 kbit/s consentiva di scaricare soltanto una canzone in circa un'ora e non certo un episodio di una serie, i telefilm li seguivo secondo la programmazione, contraddistinta spesso da tragici cambiamenti di orari, di Italia 1 o di Rai 2. Qualche volta è capitato di recuperare intere stagioni di serial, come 24 o Twin Peaks, in tempi piuttosto brevi, ma non sono mai stato un binge watcher a livelli maniacali. Questo fino a Sons of Anarchy. Ma com'è cominciato tutto? Quando ho saputo che la settima stagione, in onda negli USA nel corso di questo autunno 2014, sarebbe stata l'ultima, ho pensato finalmente di recuperare questa serie che avevo sempre snobbato, dietro ai consigli sempre più pressanti di un numero sempre maggiore di persone. Questo è il resoconto di com'è andata.
Stagione 1 La prima cosa che ho pensato guardando Sons of Anarchy è stata: ma che è 'sta roba? Apparentemente è una serie su un gruppo di motociclisti tamarri capelloni metallari criminali razzisti e misogini che se ne vanno in giro tutto il giorno sulle loro Harley-Davidson, manco fossimo ancora ai tempi di Easy Rider, con addosso dei gilet neri che non si tolgono mai e che quindi probabilmente avranno un odore non indifferente. La cosa più impressionante è che la gente della loro cittadina con un nome che sembra uscito da una favola, Charming, anziché deriderli al loro passaggio, li rispetta. I ragazzini da grandi vorrebbero essere come loro, le fanciulle vorrebbero farseli e, spesso e volentieri, se li fanno. Tutti li temono.
Questi, sempre apparentemente, energumeni trogloditi perfetti rappresentanti della cosiddetta White Trash americana hanno un club, chiamato Sons of Anarchy, e cosa fanno in questo club? L'attività principale è l'officina di riparazione di auto e soprattutto di motociclette, ma questa altro non è che una copertura per la vera attività del club: andare in giro a fare i tamarri sulle note de “La mia moto” di Jovanotti. Oltre a ciò, gli altri compiti principali del club sono quelle di trafficare clandestinamente armi e fare risse in giro, in modo da controllare e proteggere i loro loschi business dalle altre gang presenti in città, tra cui ci sono quelle dei messicani, i Mayans, quella degli afroamericani, i Grim Bastards, quella dei neo-nazi e una manciata di altre. D'altra parte in quale tranquilla cittadina della provincia americana non sono presenti almeno una dozzina di gang criminali che al confronto giri a Scampia con nonchalance?
A capo dei Sons of Anarchy c'è Clay (Ron Perlman), un vecchio bacucco brutto e antipatico come pochi. Fin dall'inizio emerge il conflitto con il figliastro Jax (Charlie Hunnam), un giovane dai capelli e dallo sguardo triste alla Kurt Cobain che si veste come Eminem e appare subito differente dal resto del branco di zoticoni di cui fa parte, se non altro perché è uno che ci pensa, prima di sparare (sia proiettili che cazzate), e appare l'unico un minimo civile e acculturato. Non che nel tempo libero consumi Dostoevskij, ma se non altro legge le memorie del padre, il suo vero padre, J.T., che prima di morire ha scritto una specie di manifesto del club che aveva fondato insieme a Piney, un altro dei membri storici del gruppo ancora in vita, sebbene piuttosto moribondo e con delle cannucce al naso tipo la tipa di Colpa delle stelle.
"Cannibal, secondo te ci penso davvero, prima di sparare?"
Nei primi episodi, Sons of Anarchy pare allora una serie su un'organizzazione criminale piuttosto classica e parecchio tamarra. I primi episodi non mi hanno convinto per niente. I personaggi non mi hanno preso in maniera particolare, un minimo giusto Jax e Mezza Sacca, e ho fatto fatica a comprendere come un prodotto del genere possa essere durato tanto a lungo, conquistando un seguito di culto mica male. A un certo punto però è scattato qualcosa. Anche alcune altre delle mie serie preferite di quest'anno c'hanno messo un po' a conquistarmi. La prima puntata di Gomorra - La serie ad esempio l'avevo detestata, la seconda mi era sembrata così così, mentre alla terza me ne ero innamorato. Discorso simile per Orphan Black. Sons of Anarchy invece c'ha messo ancora di più a convincermi. Soltanto al quarto/quinto episodio ho cominciato a entrare nelle dinamiche del club e poi soltanto nel crescendo finale bello teso e avvincente della stagione ho pensato che questa serie aveva qualcosa di davvero interessante da dire. Le stagioni successive avranno confermato quest'impressione? (voto alla stagione 1: 7-/10)
ATTENZIONE: DA QUI IN POI È PRESENTE QUALCHE SPOILER
Stagione 2 La situazione nel club si è scaldata nel gran finale della stagione numero uno, con la morte della moglie di Opie (Ryan Hurst), il BFF di Jax. Una tragedia? Beh, dipende dai punti di vista. A Opie gli ammazzano la moglie cessa e antipatica e lui si consola con la pornostar strafiga Lyla (Winter Ave Zoli) che è anche una splendida persona e si occupa pure dei suoi figli. Insomma, nella sfiga, a Opie poteva andare peggio di così. Molto peggio. Grazie a questa tragedia, se vogliamo considerarla tale, da semplice serie su un gruppo di motociclisti tamarri Sons of Anarchy si è trasformato in un complesso dramma shakespeariano, con un respiro epico presente in poche altre serie in circolazione. I conflitti interni al gruppo, più ancora che quelli con le altre gang o con la polizia, sono la vera anima del telefilm. Anche perché i poliziotti, o almeno lo sceriffo Wayne Unser (Dayton Callie) sembrano stare più dalla loro parte che contro. L'unica che pare poter dar loro del filo da torcere è la cazzutissima agente bisessuale Stahl, interpretata da un'impressionante Ally Walker. I nemici di turno della season 2 sono invece un gruppo di nazionalisti ariani nazi psicopatici tra cui spicca il cantante Henry Rollins. Come detto, l'attenzione resta però concentrata soprattutto sui membri del club, su un Clay che si fa ancora più odioso, e sullo sfortunato “Half-Sack”, Mezza Sacca, interpretato dall'ancora più sfortunato Johnny Lewis, attore morto nel 2012 in circostanze molto misteriose all'età di 29 anni. Sempre più coinvolgente pure Gemma (Katey Sagal), la “Donna Imma” dei Sons of Anarchy, la mamma di Jax e attuale compagna di Clay, nonché ex moglie dell'ormai defunto J.T.; è lei ad apparire sempre di più il vero motore attorno a cui girano gli ingranaggi del club. Anche la figura di Jax si fa intanto sempre più sfaccettata. I suoi conflitti interiori ed esteriori a un certo punto gli fanno considerare l'idea di diventare un Nomade, cioè un motociclista tamarro senza un club fisso, e così si mette a cantare: “Io, vagabondo che son io, soldi in tasta non ne ho, ma lassù m'è rimasto Satana.” La stagione si fa inoltre più hot rispetto alla prima poiché i Sons decidono (saggiamente) di ampliare il loro ventaglio di attività più o meno legali al mondo del porno, mettendosi in affari con lo studio di produzione di pellicole per adulti Cara Cara. Le cose si complicano però quando i nostri Sons (sì, ormai li chiamo i nostri, i miei Sons) finiscono in prigione, in un episodio in stile Prison Break/Oz, e anche questa volta, così come già con la prima stagione, assistiamo a un crescendo pazzesco e parecchio sanguinoso. Il finale della seconda stagione è talmente cruento che, al confronto, una puntata qualsiasi di Game of Thrones sembra una manifestazione del movimento pro-life. Bene così! (voto alla stagione 2: 7,5/10)
Stagione 3 Mi sono convertito. Ormai mi sono convertito. A una qualche religione? Jesus Christ, no! Mi sono convertito al movimento dei motociclisti tamarri e ho deciso di fondare un mio club. Lo chiamerò Kids of Anarchy.
(artwork by C(h)erotto de L'OraBlù)
Sono talmente intrippato con questa serie, che adesso vado a comprarmi una Harley-Davidson e mi faccio tatuare un teschio sulla schiena. Deciso. Dopodiché cercherò degli altri membri per la mia gang. Cosa faremo? Venderemo armi, faremo risse e sparatorie in giro con gli altri club rivali, tipo quello dei vecchi Expendables di Mr. James Ford o quello delle blogger cinematografiche donne sempre più potenti capitanate da Lisa Costa, ci batteremo inoltre contro l'Eternit ed entreremo nel business del porno. Soprattutto, entreremo nel business del porno. Questo per quanto riguarda il mio club, Kids of Anarchy.
"Jesus Christ! Quei Kids of Anarchy potrebbero darci davvero del filo da torcere."
"Figliolo, non provare a fare la spia con i Kids of Anarchy,
o ti ficco un proiettile su per il culo!"