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KIEV SI RITIRERA’ PRESTO di P.R. Spadoni

Creato il 23 agosto 2014 da Conflittiestrategie

carQuesto è il messaggio consegnatomi questa notte dalle milizie del Donbass: “Saur Mogila resiste! Ci colpiscono con i Grad. Da un’ora ci stanno bombardando sulla testa. Abbiamo avuto delle perdite. Ci aspettiamo un attacco dei blindati. Speriamo per il meglio”. Onore a questi soldati, ai loro caduti e alla loro strenua resistenza divenuta sempre più eroica col passare dei mesi. Vi riporto la missiva per dimostrarvi quanta disinformazione sta facendo Kiev sull’andamento delle cosiddette operazioni antiterrorismo nel sud-est del Paese. Saur Mogila, questa altura strategica per la difesa di Donetsk e dintorni, stando alle autorità ucraine, sarebbe stata conquistata dall’esercito già due settimane fa. Ovviamente non è vero niente. La stampa internazionale compiacente dà una mano al governo raccontando di inesistenti vittorie dei regolari e nascondendo le loro pesanti sconfitte. Il circuito mediatico atlantico non intende demoralizzare le truppe e, soprattutto, vuole coprire la strage dei civili messa in atto dalle forze militari e paramilitari ucraine, ormai fuori controllo, che si vendicano per le umiliazioni subite sul campo bombardando i centri abitati. Per la precisione, questi sono anche gli ordini diramati dall’inadatto Stato maggiore di Kiev, incapace di elaborare una migliore strategia per la ripresa delle zone separatiste. Aver puntato tutte le carte sulla debilitazione dei cittadini disarmati li ha fatti finire in un vicolo cieco ed ha rafforzato la convinzione nelle persone comuni che nella Capitale comandano degli assassini. Attualmente nel Donbass non ci sono giornalisti occidentali. Ho chiesto al freelance italiano Christian Malaparte, che sta lavorando sul posto, quanti colleghi stranieri ha incontrato. Mi ha riferito che il Ramada hotel di Donetsk, che è il luogo preferito dai giornalisti, è praticamente deserto. C’è un fotografo inglese il quale alza più il gomito che la macchina fotografica, un omologo americano, non propriamente incline alla sobrietà, un danese di 22 anni senza esperienza, un francese ormai in preda alla depressione. Detto ciò, come fanno i quotidiani internazionali a parlare di quel che non vedono? Si affidano alle informazioni del Governo Ucraino e ai dispacci delle agenzie controllate dal Dipartimento di stato americano. Notate bene che sui giornali italiani escono articoli fotocopia (immagino questo avvenga anche altrove) che differiscono solo nello stile di scrittura, ma non negli esiti preventivamente concordati tra testate e loro spacciatori di notizie accomodate. Così pretendono di informare i lettori che avrebbero diritto di reclamare indietro i soldi e a chiedere un risarcimento danni per la presa in giro. Mai i vari Dragosei, Zunini, Lombardozzi, Zafesova, Venturini, per citare i più scandalosi e inopportuni, si trincerano dietro alla deontologia professionale che impone loro di dire sempre la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità fatta menzogna. Ci stanno coglionando come tutti quelli che hanno imparato a falsificare i fatti in nome della democrazia e della libertà un tanto all’oncia (non ho scelto a caso l’unità di misura della loro vergogna). Fabrizio Dragosei del Corriere sta scavalcando tutti in sconcezza. Un vero scalatore di fandonie con o senza la sua bicicletta. L’uomo solo “a comando”. Ieri ne ha sparate così tante da allungare su tutti gli altri che cercano ancora di tenergli testa in questa gara tra pennivendoli ammaestrati. A parte il solito resoconto vittorioso per le armate ucraine, scritto direttamente dalla prima linea, ovvero dalla scrivania di casa sua o dal sellino della sua bici, ha voluto chiudere la sua articolessa con un colpo di scena che è più piuttosto un colpo da scemo. Lo riporto pari pari: “La gente comune appoggia in pieno Putin e la sua politica. Solo che gli stessi sondaggi svelano un altro fatto interessante: un russo su tre confessa di credere che criticare il potere nelle interviste per i sondaggi potrebbe farlo finire in galera”. In sostanza, Dragosei cerca di far credere che i sondaggi siano truccati ed, al contempo, che i medesimi sondaggi truccati si strucchino da sé chiedendo agli intervistati se si sentano condizionati nelle loro scelte tanto da temere di finire in gattabuia. La logica va a farsi benedire come la credibilità di questo poveraccio. Se una rilevazione opinionistica viene fatta apposta per ottenere un risultato favorevole com’è possibile che introduca un elemento che possa contraddire così palesemente lo scopo principale? Questa volta l’eccessiva inventiva di Dragosei gliel’ha fatta fare fuori dal vasino ed un po’ sul sellino. Putin non è Putinga l’africano dittatorello di Bunga Bunga ed i russi non vivono in una repubblica bananiera del terzo mondo. Un’altra come questa e Dragosei finisce, coperto d’infamia, a lavorare ai necrologi dell’Eco di Canicattì.

Lasciamo da parte queste beghe da giornalai e torniamo sulla situazione di guerra. E’ evidente che Kiev non sta vincendo il conflitto e che tra qualche settimana dovrà indietreggiare dai fronti di Donetsk e Lugansk. I Generali più avveduti lo sanno da tempo. Per questo si preparano a fortificare le difese di Slaviansk e di Mariupol dove si ritireranno frettolosamente. Tuttavia, questa mossa scoprirà i fianchi della Junta su altre zone che ora sono fuori dalla battaglia. Non è un mistero che quella di Odessa è tra queste e non è detto che non vi entri prima o poi anche la regione di Dniepropetrovsk, pur se adesso appare improbabile. Kharkov, invece, è certamente nel mirino delle milizie. Questo significa che a Kiev dovranno prepararsi ad una campagna invernale per la quale non hanno né forze né mezzi adeguati. Senza aiuti stranieri sufficienti sono fritti ed anche con questi potrebbero non farcela alla luce della condizione d’impreparazione degli uomini a disposizione. Vorrei ricordarvi che Poroshenko aveva promesso di chiudere la faccenda alla fine di luglio. Siamo alla fine di agosto ed i risultati non sono stati raggiunti. Ma niente smuove la fiducia dei lacchè che fabbricano informazioni false e finiscono col crederci davvero, condizionandosi a vicenda. La banalità fa male, soprattutto a chi ne abusa. Kiev stravince sicuramente com’è strasicuro che presto loro faranno una grande figura di merda. Volete scommettere?


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