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Killzone Shadow Fall – Recensione

Creato il 05 giugno 2014 da Francesco Pastoressa @fpastoressa

E’ Killzone: Shadow Fall il titolo “scelto” da Sony per presentare al mondo PlayStation 4. Già all’epoca di PlayStation 2 Killzone venne nominato come “Halo killer”, per ritornare su PlayStation 3 come progetto in grado di convincere chiunque della bontà dell’architettura della console. La saga di Killzone fin da quando è nata presenta un legame alla console di casa Sony e non poteva essere differente nemmeno il destino di Shadow Fall.

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Al centro di tutto c’è nuovamente lo scontro tra Vektan ed Helgast, costretti a dividersi lo stesso pianeta (Vekta) dopo la distruzione di Helgan (Killzone 3). Killzone: Shadow Fall presenta una storyline fatta di spionaggio e controspionaggio, di scontri individuali consumati sotto all’ombra del gigantesco muro che divide le due popolazioni, piuttosto che premere l’acceleratore sulla guerra totale di civiltà che ha caratterizzato gli episodi precedenti. Vestiremo i panni dello Shadow Marshall Lucas Kellan, ci si ritrova al di qua e al di là del muro, impegnato in missioni di infiltrazione, ricerca di nuove informazioni, ecc.

La profondità narrativa di Killzone: Shadow Fall non è proprio il punto di forza del gioco. Nonostante qualche buona intuizione e un’atmosfera piuttosto riuscita, di momenti “epici” se ne ricordano pochi, così come la  l’espressività dei personaggi principali che non riescono di certo a raggiungere le vette di titoli quali The Last of Us (è difficile tornare indietro dopo aver visto quel gioco). Le armi non sono certo frutto di grandi fantasie, ma mettono in campo sufficiente varietà e diversità da farsi preferire una all’altra.

Le mappe di gioco sono piuttosto generose in quanto a dimensioni e possibilità. Si è liberi, o almeno in alcuni casi, di cercare una personale via verso l’obiettivo. Ci sono sezioni che prevedono unicamente il crivellamento dei nemici, ma pure fasi di pura esplorazione così come sequenze in cui si galleggia a gravità zero attorno o all’interno di stazioni spaziali, ecc. Una discretà libertà tutto sommato peccato agli obbiettivi non sempre ben identificabili.

Pertanto il ritmo di gioco Killzone: Shadow Fall regge bene l’attenzione del giocatore. L’alternanza tra le differenti tipologie di missioni permette sia di spezzare quella che sarebbe un susseguirsi di sparatorie ed esplosioni assortite. Peccato per qualche piccolo errorino qua e là… a volte gli Helgast sembrano decisi al suicidio ma cinque minuti dopo ci si ritrova morti, abbattuti da un solo colpo di un qualche nemico comparso non si sa dove. A dirla tutta ci sono una serie di gadget a disposizione di Lucas che permettono sempre un approccio ragionato, come un radar che consente di scoprire le posizioni degli avversari (e di elementi interessanti quali casse di munizioni o buste di adrenalina, che permettono di essere riportati in vita). Una posizione di dominio su tutti i gadget è tenuta dal drone denominato O.W.L., che può essere utilizzato per attaccare, per difendersi creando uno scudo energetico, per raggiungere punti delle mappe grazie a una fune metallica o per mettere fuori uso barriere energetiche o sistemi computerizzati degli Helgast. Il tutto avviene tramite una selezione da effettuare sfiorando con il dito il touchpad centrale del DualShock 4. Funziona bene e rappresenta un’integrazione semplice ma efficace del nuovo controller Sony.

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Se i primi capitoli riescono già a dare un’idea delle potenzialità dell’hardware di PlayStation 4, la seconda metà del gioco mostra su schermo panorami che mozzano il fiato. Il dettaglio poligonale è schockante, così come la complessità degli ambienti e l’ utilizzo dei colori, assai più vivi e pulsanti. E non è da meno il comparto sonoro: vi consiglio l’utilizzo di un buon paio di cuffie per potervi immergere completamente nelle stupende atmosfere di Killzone: Shadow Fall.

E il multiplayer?

Sembra una vera e propria carriera da completare attraverso missioni assegnate all’interno delle partite. Tre classi a disposizione (Assault, Support e Sniper), ognuna delle quali può essere perfezionata dato che tutte le armi (22) sono disponibili fin dal primo momento (ovviamente non è lo stess). Peccato per i tempi di attesa nelle partite, decisamente troppo lunghi per un titolo del suo calibro.

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Opinioni personali

Killzone: Shadow Fall è un bel gioco senza pretese da star. Non aggiunge nulla al genere FPS, ma dimostra una buona competenza tecnica e allestisce una campagna single player a tratti decisamente godibile, nonostante qualche piccolo problema. Da comprare? No. Da chiedere in prestito? Decisamente sì. P.s. Un ringraziamento speciale va al negozio Videolandgames di Trieste che ci ha gentilmente prestato una copia del gioco in questione. Grazie! A cura di: JusTD3mO

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