Il processo di costruzione e modernizzazione delle reti viarie nelle repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale è in rapido sviluppo; per dei paesi che puntano ad una futura crescita della propria economia le infrastrutture per il trasporto di passeggeri e merci sono infatti un elemento indispensabile.
Di particolare importanza è la realizzazione del tratto che attraversa il Kirghizistan, le cui vie di comunicazione sono al giorno d’oggi, in quanto a qualità, notevolmente al di sotto degli standard internazionali e comunque del tutto inadeguate per consentire un intenso traffico di merci: su 30.300km di strade soltanto 22.600km sono asfaltati; il trasporto su rotaia non è messo meglio, la rete ferroviaria misura infatti solo poco più di 400km e non versa nelle migliori condizioni, soprattutto per quanto riguarda i collegamenti con gli stati vicini [1].
L’arteria principale che attualmente attraversa il paese da nord a sud (Osh-Bishkek e Bishkek-Torugart) è del tutto inadeguata per un paese che ambisca ad uno sviluppo della propria economia, questa richiede infatti di compiere un tortuoso e troppo lungo percorso di 600km attraverso le alte montagne del Tian Shan, rendendo complicato e pericoloso qualsiasi spostamento attraverso il territorio nazionale.
Per risolvere questo problema ed impedire che il paese venga surclassato dai suoi vicini, il governo ha approntato un piano di modernizzazione della rete viaria che, oltre alla sistemazione delle infrastrutture già presenti, spiega ministro dei Trasporti kirghiso, Kalykbek Sultanov, comprenderà soprattutto la realizzazione di una nuova grande autostrada che collegherà gli oblast settentrionali con quelli meridionali e la quale, oltre ad essere circa 200km più corta di quella attuale (misurerà solo 433km), sarà anche in grado di supplire alle necessità di un’economia in rapido sviluppo.
Questa nuova autostrada collegherà tra loro le città di Jalal-Abad, nel Kirghizistan centro occidentale, al confine con l’Uzbekistan, e di Balykchy, nel nord-est, sul lago Issyk-Kul, passando vicino a miniere di carbone ed aree agricole, che vedranno così una nuova occasione di sviluppo, e congiungendo quelle che attualmente sono le due principali, anche se obsolete, reti viarie del paese, la Osh-Bishkek e la Bishkek-Torugart.
Il progetto presentato dal governo prevede inoltre, per tutelarne la sicurezza, che quest’opera strategica si estenda in tratti distanti il più possibile dai confini con gli stati vicini, con i quali non raramente si verificano contese ed incidenti diplomatici, come quello dello scorso 11 gennaio, quando in un cantiere situato nei pressi del confine con il Tajikistan, dove la frontiera non è ancora stata ben definita, ci fu uno scontro a fuoco tra militari dei due paesi per un presunto sconfinamento.
I lavori per quest’opera, una delle più imponenti mai realizzate nel paese asiatico, sono già cominciati ad aprile e dovrebbero concludersi, stando alle previsioni del governo, negli ultimi mesi del 2016; il costo complessivo sarà di oltre 44 miliardi di som (circa 620 milioni di euro), derivanti in parte da finanziamenti stranieri e da donazioni private.
Per incrementare il potenziale di trasporto di merci e passeggeri si è inoltre parlato della costruzione di una ferrovia, che corra parallelamente all’autostrada e che si congiunga con quelle già presenti in Kazakistan, Tajikistan, Afghanistan e Pakistan, così da fornire al paese un collegamento con i grandi porti sull’Oceano Indiano, offrendo infinite opportunità che il commercio via terra, soprattutto in un’area così accidentata ed isolata, non riesce a garantire.
[1] http://it.wikipedia.org/wiki/Trasporti_in_Kirghizistan