Magazine Architettura e Design
COMUNICATO STAMPA
“KIT CREATIVO”
Collettiva di Art Design Made in Turin
Una ventina di prototipi in anteprima assoluta progettati da
GIANNI ARNAUDO
PIERO GILARDI
UGO NESPOLO
DIEGO GUGLIERMETTO
A cura di GUGLIERMETTO FRATELLI MULTIPLI EXPERIENCE
Nell’ambito del Fuori Salone - Tortona Design Week
17–22 Aprile 2012
Presso NHOW Hotel 1st floor hall
Via Tortona 35. 20144 Milano
Inaugurazione
16/04/2012 ore 15 -21
Conferenza stampa di presentazione
Progetto “GUGLIERMETTO FRATELLI MULTIPLI EXPERIENCE”
16 aprile 2012 h 12.00
NHOW Suite 4th floor
Via Tortona 35. 20144 Milano
L’esposizione proseguirà con un inserimento di ulteriori pezzi al piano terra e al terzo
piano del Nhow Hotel dal 3 maggio all’8 ottobre 2012
Nell’ ambito della Collettiva LEFT OVERS
A cura di Elisabetta Scantamburlo e in collaborazione con ART KITCHEN
LA MOSTRA
LA NOTIZIA
E POI?
info & press : press.pr @ multigexperience.it +39 335 6616255 Website: www.multigexperience.it
I Fratelli Gugliermetto con il loro laboratorio-atelier attivo sin dal 1953 a Grosso
(TO) - hanno continuato a produrre - divertendosi! - durante i loro cinquant’anni di
percorso nel mondo dell’interior design, e nel 2012 hanno scelto - attraverso il
lancio del progetto “Gugliermetto Fratelli Multipli Experience” – di riprendere
e rendere più corale la loro sperimentazione e ricerca, richiamando intorno a sé
alcuni tra i creativi ai quali avevano dato fiducia negli anni ’70 con l’allora azienda
di famiglia (Gufram, ceduta successivamente a Poltrona Frau nel 2004).
I giovanissimi Gianni Arnaudo, Ugo Nespolo, Piero Gilardi, che hanno in se-
guito acquisito fama internazionale in moltissimi musei nel mondo. Questa opera-
zione di ripresa di proposta di “scuderia torinese” dell’art design è a garanzia
dell’autentica continuità filologica della storia, del know how e del fermento alla
maestranza artigianale germinata sin dall’epoca del Design Radicale e della
Pop Art.
Un’ autorevolezza di esperienza sull’autoproduzione di pezzi unici e di multipli
che non può essere in alcun modo trasferita con una semplice transazione com-
merciale.
GUGLIERMETTO FRATELLI MULTIPLI EXPERIENCE”
“Non una nuova azienda, non un nuovo brand, piuttosto un esperimento: ripro-
porre a designer ,artigiani ed artisti che hanno segnato un epoca storica un think
tank di alta specializzazione votato all’art design. Un laboratorio di idee e liber-
tà di pensiero svincolato da teorie di marketing e di prodotto per sperimentare
come il tempo trascorso e le carriere abbiano rafforzato e reso ancor più vitale la
dirompente anticonvenzionalità della vena creativa “
Diego Gugliermetto
“A Torino facevamo la storia del design e non lo sapevamo... ma ci divertivamo un
mondo! Poi l’azienda è cresciuta e si è fatta un nome... e noi siamo un po’ invec-
chiati ed anche un po’ annoiati
L’abbiamo affidata ad altre forze più adatte, ed ora anche lei ha una sua storia
importante
Ma la passione, ah, la passione!!!
E’ una linfa vitale inesauribile... una voglia di fare musica con le forme ed i materiali.
Una nuova avventura ci attende con l’ironia di allora e la sapienza nelle mani
Forme inconsuete e favolose tornano ad affiorare.
Non più la storia ma gli autori che l’hanno vissuta e creata.
La maturità del tempo affina il creativo ed il suo pensare.
Un nuovo viaggio, con noi gli amici di allora: Ugo Nespolo, Piero Gilardi, Gianni
Arnaudo ed altri.
E torneremo a divertirci come non mai!!”
Guido & Piero Gugliermetto
LA VISIONE
IL PROGETTO
IL CONCEPT
Tra gli anni Sessanta e Settanta il modo di progettare design cambia radical-
mente e per la prima volta non risponde più esclusivamente ai criteri di razionalità
e funzionalità ma alla comunicazione delle emozioni.
La materia, il colore, il decoro tornano ad essere strumenti essenziali del pro-
getto, e attraverso di essi la comunicazione di ogni processo emozionale.
Il progetto diventa racconto di sé, allegoria di pensieri e desideri e trascrive attra-
verso un mobile o un oggetto, le vere e proprie allegorie e cogitazioni di una gene-
razione.
L’avanguardia radicale trova poi una sua realizzazione nella successiva produ-
zione di serie attraverso un concetto nuovo e fondamentale: quello del design
primario o soft, ovvero la progettazione delle qualità più trascurate del prodotto
industriale - come il colore, le finiture superficiali, le sensazioni tattili e in generale
certe qualità estetiche non ‘misurabili’.
Uno dei massimi vertici è stato raggiunto all’epoca con i f.lli Gugliermetto all’in-
terno della loro MultiGufram, con la produzione di oggetti diventati icone mo-
derne e a tutt’oggi presenti i alcuni tra i più prestigiosi musei del mondo.
Grosso è un piccolo paese del canavese, poco distante da Torino, con una forte
connotazione artigianale di sediai e mobilieri. A Grosso, la famiglia Gugliermetto,
di cui fanno parte quattro fratelli, Francesco, Giuseppe, Guido e Piero, ognuno
con una propria competenza formatasi negli anni - coniato l’acronimo Mobilgufram,
poi variato in Multigufram ed infine semplicemente Gufram (Gugliermetto Fratelli
Arredamenti Moderni, ceduta poi nel 2004 alla Poltrona Frau) - decide di mettersi
a produrre mobili moderni a discapito di elementi d’arredo in stile classico, met-
tendo mano ad una tradizione familiare avviata da generazioni.
Già dal 1953 i 4 giovanotti, appena ventenni, si fanno notare per una vetrina
“scandalosa” : la loro poltrona “Ginetta” rivestita addirittura in bicolore con schie-
nale e sedile rossi, braccioli neri, ed illuminata da faretti !!! …una vetrina scandalo-
sa per quei tempi di bergére e salotto buono.
fin da quel momento avevano le idee chiare.
Il 1958 segna la prima uscita ufficiale.
Il luogo è il Palazzo delle Esposizioni a Torino; il tema, una mostra del mobile arti-
stico piemontese. Il comitato d’onore, riunito per l’occasione, e formato, tra gli
altri, da Felice Casorati, Valdo Fusi e Otto Maraini, ha il compito di giudicare.
Anche i Gugliermetto hanno il loro stand: porta il numero venticinque e il nome di
Francesco Gugliermetti - con la “i” non ancora caduta - fabbrica di divani e pol-
trone.
Moderno è l’accezione che per Francesco, Giuseppe, Guido e Piero Gugliermetto,
segna il superamento della tradizione grazie all’utilizzo di materiali, con cui è pos-
sibile sperimentare nuove forme e altrettanti significati.
Uno di questi è la gommapiuma “Pirelli Sapsa”, utilizzata per primi negli imbottiti
prodotti.
Saranno gli anni Sessanta a confermare l’importante svolta realizzata dall’azienda,
grazie anche alla strategia economica e produttiva messa in atto attraverso la
collaborazione con le avanguardie artistiche e architettoniche torinesi.
Il percorso tracciato dai fratelli Gugliermetto si inserisce in un contesto storico-cul-
turale che, al di là dei confini nazionali, stava arricchendo il campo dell’arte con
appariscenti messaggi della pubblicità di massa, decretando l’ingresso trionfale
della “merce” e dei prodotti nel quotidiano, attraverso l’effetto “evocativo”.
LE RADICI DEL
FENOMENO
LA STORIA
In questo clima, in Italia, città come Torino, sede di Facoltà di Architettura, diven-
tano ciascuna punto di partenza per gruppi di artisti-designer che, lavorando si-
stematicamente per la prima volta con piccole aziende di tradizione artigianale-in-
dustriale, sperimentano e scoprono le potenzialità espressive di materiali come il
poliuretano espanso, di morbida duttilità, che bene si presta a creare realtà nuo-
ve, attraverso suggestioni di forme, che cambiano natura ed assumono un diver-
so e più forte significato.
È in questo contesto che Giuseppe Raimondi, uno dei primi architetti ad entrare
in contatto con l’azienda canavese, realizza, insieme ai fratelli Gugliermetto, i primi
modelli nella fabbrica di Grosso: il tavolo Uski e la poltrona Alvar.
Così, se Uski è ricavato per imbutitura di un foglio unico di alluminio su stampo,
Alvar ritrova nella propria forma la speciale elasticità del materiale. Il processo di
lavorazione dell’alluminio è assolutamente identico a quello delle carrozzerie delle
Ferrari di Maranello.
Rimasti in tre dopo l’uscita dall’azienda di uno dei fratelli, Francesco, accolgono,
presentato da Raimondi, un giovane artista, che proprio in quegli anni si stava
formando negli ambienti legati alle gallerie d’arte torinesi: Ugo Nespolo.
Insieme a Raimondi, Nespolo realizza il tavolo Margherita, con struttura in legno e
rivestimento in poliuretano e tessuto lucidissimo e colorato, strizzando l’occhio
alla Pop Art e alla Paper Furniture di Benjamin Holdway prodotta, qualche anno
prima, dalla Hull traders Furniture.
La svolta verso la modernità e l’abbandono del “classico” avviene anche attraver-
so la conoscenza delle produzioni contemporanee di Zanotta, di Gavina o di B&B
(allora C&B).Così il divano Priene “fa il verso” al modello Bastiano progettato da
Afra e Tobia Scarpa.
Per quanto sede di un Politecnico e di una qualificata Facoltà di Architettura, che
vantava docenti come Carlo Mollino, Torino non aveva fabbriche di arredi con-
temporanei, che fossero orientate verso la ricerca, verso quella grande svolta che,
nel 1972, con la Mostra al MOMA “New Domestic Landscape”, avrebbe affermato
il primato del design italiano nel mondo.
Ma l’aspetto straordinario dei fratelli Gugliermetto è costituito dal notevole interes-
se per i nuovi materiali, nato dall’incontro con artisti e giovani designer.
Piero Gilardi, artista al pari di Nespolo, assumerà un ruolo fondamentale nella pro-
duzione, grazie alla sua conoscenza della lavorazione del poliuretano e delle resi-
ne uretaniche. Autore del Pavèpiuma, dei Sassi e del Massolo scolpiti in un primo
tempo a mano,poi con tecnica di schiumatura a caldo e con il procedere della
tecnologia a freddo, Gilardi lavora in quegli anni tra Grosso e il suo studio di via
Cassini a Torino. Con l’opera di Gilardi nasce un prodotto intermedio, in parte
industriale(procedimento di schiumatura in stampi) ed in parte ancora artigianale(
la rifinitura manuale dell’oggetto). Questa stessa manualità, si riscontra, oltre che
per i Sassi ed il Pavèpiuma, anche nella rifinitura diTorneraj e del Pratone proget-
tati da Derossi, Ceretti e Rosso.
E arriviamo agli anni ‘70: qui si verifica “la grande svolta” nel piccolo stabilimento
di Grosso. Tutte le sedute (a cui ormai è orientata interamente la produzione) non
hanno più una “struttura”, così come la stessa Bauhouse aveva insegnato. Ne è
un esempio La Mozza, disegnata da Raimondi. L’operazione è semplicissima: un
cilindro di poliuretano espanso è tagliato in senso obliquo e svuotato al suo inter-
no, formando una superficie angolata ed ellittica, che costituirà la seduta della
nuova poltrona. Spariscono così braccioli, poggiatesta, cuscini e ogni altro parti-
colare decorativo della produzione tradizionale ed anche contemporanea. La
creazione de La Mozza era stato un gesto di grande coraggio e di forte innovazio-
ne, anche rispetto ad ogni logica di profitto. Questo coraggio e questa esplora-
zione pionieristica di nuove possibili strade, oltre la banalità e la consuetudine di
tante ditte, che si dividevano il mercato, fu il “collante” ideale fra la piccola fabbrica
di Grosso e l’interesse di gruppi di giovani designers torinesi
Di questa costellazione fanno parte il gruppo Strum, con Piero Derossi, Giorgio
Ceretti e Roberto Rosso, lo Studio 65,con Gianni Arnaudo, Franco Audrito, Nanà
Sampaniotou, Ferruccio Tartaglia, Giancarlo Paci ed altri studenti, Franco Mello e
Guido Drocco, Giorgio De Ferrari, Gino Bistagnino, Gianni Pettena, Roberto Laz-
zeroni,Angelo Cusimano,Joachim De Barros, De Pas , D’Urbino, Lomazzi.
È con un questo manipolo di designers, insieme a Gilardi e Raimondi, che l’azien-
da si appresta ad affrontare le prime e importanti esposizioni: da Eurodomus 4 di
Torino, che sarà assolutamente fondamentale (in quanto in questa occasione ver-
ranno realizzati prototipi ed oggetti in forma definitiva prima di essere prodotti in
serie) e successivamente al New Domestic Italian Landscape al MOMA di New
York.
I d e e f a t t e a m a n o
Di Diego Maria Gugliermetto C.F. GGL DMR63A27E203N – P.IVA 09017760019
Via Fraschetti 27, BALANGERO (TO) tel. 3282166634 –
[email protected]
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