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Koh Kradan, l’Ultimo Segreto della Thailandia? (+ Video)

Creato il 12 luglio 2013 da Angelozinna

A Koh Kradan abitano soltanto due persone. Una è Wally, il marinaio hawaiano che tredici anni fa ha scelto di lanciare l’ancora proprio qui dopo trent’anni di esplorazioni nel Pacifico e l’altra è sua moglie, Nok, che oggi si prende cura dell’agglomerato di bungalow in canna di bamboo che prende il nome di Paradise Lost. “La mia è la casa numero uno sull’isola. La numero due non esiste, il postino non può sbagliarsi” racconta di fronte ad un granchio grigliato il proprietario di questo piccolo resort con un accento americano che in oltre un decennio di Asia ancora non si è perso.

Non ci sono strade a Koh Kradan, né mezzi di trasporto, se non un motorino adibito a sidecar per il trasporto delle provviste dalla spiaggia al resort. Gli altri residenti presenti sull’isola sono soltanto provvisori, lavoratori degli otto restort che transitano da qui alla terraferma, e durante la bassissima stagione i visitatori che si prendono la briga di noleggiare una intera longboat e raggiungere le coste insabbiate di questa piccola fetta di terra sono veramente pochi. In questo caso in particolare sono soltanto due, noi. “I miei bungalow sono la prima struttura dell’isola, ci piace mantenerla piccola, familiare” ci racconta Wally, “ma le cose stanno cambiando”. I resort fino a due anni fa erano soltanto quattro, ma mentre gli altri si rivolgevano, e continuano a rivolgersi, ad una clientela di più alto livello, Paradise Lost, non eendo direttamente affacciato sul mare, mantiene ancora una sua purezza. Gli investimenti stanno cominciando ad arrivare anche qui e il Seven Seas, il resort da 400 dollari a notte di proprietà di uno dei più famosi attori thai, è forse il segnale che per Koh Kradan è solo questione di tempo.

L’isola continua a mantenersi intatta oggi, il sistema di trasporti è quasi inesistente e i costi più elevati del resto del paese riescono ancora a mantenere l’orda di backpacker alla larga, ma essendo il resto delle isole dell’area, Phi Phi e Lipe per prime, ormai consumate dal turismo, non c’è dubbio che le isole di Trang saranno le prossime ad esplodere. Durante questo periodo dell’anno, chiamato dai locali la “no season”, stagione ancora più bassa della “low seaoson”, il sole splende a Koh Kradan. “Siamo stati fortunati?” chiedo nel tentativo di capire come nel pieno dei monsoni non vi sia l’ombra di una nuvola. “Kradan significa piana, il maltempo qui ci pasa sopra senza fermarsi. Giugno è il mio mese preferito” mi viene detto.

Per i più Koh Kradan è un viaggio di un solo giorno, dalla mattina alla sera, da Koh Muk, l’isola più vicina alla costa in cui è presente un villaggio di pescatori. Alcuni turisti arrivano presto per immergersi nelle suo parco marino, e tornano alla base in serata. Le risorse per chi vuole fermarsi la notte sono limitate per chi vuole spendere una cifra accettabile, l’elettricità, creata da una coppia di generatori, non sempre è assicurata se non al cinque stelle. I letti, in comparazione alle decine di migliaia disponibili nella sola area di Puket, sono pochi, ma in compenso rimane possibile campeggiare sulla spiaggia che in buona parte dell’anno non vede altra impronta che quella dei cinque cani che qui risiedono.

Chiedo se negli ultimi anni si è notata una crescita, se il flusso di turisti è aumentato. “Non costruisco niente da tre anni, ma in alta stagione comincio ad essere pieno. La costruzione di nuove strutture è un segnale, ma l’85% dell’isola è parco naturale, rimane protetta. Anche se è vero che qui, in Thailandia, basta pagare per ottenere un permesso. Anche le guide hanno preso nota, due autori Lonely Planet sono passati di qui prima dell’ultimo aggiornamento. Peccato che uno stava a gratis al Seven Seas, e l’altra ha visitato quattordici isole in tre giorni. So che alcuni blog hanno cominciato a parlarne, ma non ho dettagli, non c’è internet qui”.

A differenza di molte altre spiaggie, qui i monsoni non portano spazzatura, perché non c’è chi i rifiuti li crea. Se non fosse per il movimento dei distanti pescherecci la vista sul mare non si distinguerebbe da una fotografia. A ovest il sole cade a picco sulla costa rocciosa nominata da un cartello dipinto a mano in modo poco originale Sunset Beach. È Koh Kradan l’ultimo segreto della Thailandia? Potrebbe essere questa l’ultima delle isole accessibili ancora intatta, vergine? Non lo so, ma voi, per sicurezza, non parlatene con nessuno.

 


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