Koh Nang Yuan, l’isola “plastic free”…
… marketing o ecosotenibilità?
Questa è la foto che speravo di scattare. Questa è l’immagine in cui mi ero imbattuto tante volte mentre cercavo di programmare questi 9 giorni con i miei genitori nelle isole del Golfo di Thailandia. Questa è l’idea che le riviste di viaggio danno parlando di Thailandia. Questa è un'isola che chi viene nella Terra dei Sorrisi dovrebbe vedere!
Ero rimasto così impressionato ascoltando gli entusiasmanti racconti di Manuela e Francesco da pensare di soggiornare in questo piccolo lembo di terraferma. Restare a dormire nell’unico resort (qui il sito del Nangyuan Island Dive Resort) presente in questi 3 piccoli promontori uniti da una spiaggia di coralli bianchi era fra le possibilità per i pochi giorni a Koh Tao. Sicuramente godersi il tramonto sulla spiaggia deserta dopo che l'esercito di escursionisti “mordi e fuggi” se n'è ritornato a Koh Tao dev'essere un’esperienza fantastica… per molti ma non per tutti. Noi alla fine, e aggiungo per fortuna, abbiamo optato per la vicina spiaggia di Sairee Beach a Koh Tao: bella la pace, bella la tranquillità, bello il mare incontaminato ma se si hanno tutto sommato pochi giorni a disposizione una giornata a Koh Nang Yuan (เกาะนางยวน in tailandese) è più che sufficiente!
Dalla spiaggia di Koh Tao dove abbiamo soggiornato, in poco meno più di 10 minuti di barca, siamo arrivati al molo che consente l’accesso a Koh Nang Yuan. Complice il cielo sereno e il sole a picco sul mare, camminare sul pontile in legno a pochi metri dall’acqua regala di per sè emozioni forti per gli appassionati di natura e vita marina. Anche mia madre, addirittura senza gli occhiali, è riuscita a vedere la miriade di pesci coloratissimi che nuotavano sotto di noi!
Poche decine di metri ed eccoci alla biglietteria. E già. Per entrare a Koh Nang Yuan si deve pagare un biglietto d’ingresso di 100 baht (pare in passato fosse di 150 baht e nulla vieta che il prezzo cambi di nuovo in futuro). Nulla di governativo, non una delle tante tasse d’ingresso ai Parchi Nazionali Tailandesi, semplicemente un biglietto che il resort impone a chi vuole entrare nell’isola. Pagato il biglietto si passa alla perquisizione!
Va bene che in passato Koh Tao era un’isola penitenziario ma addirittura la perquisizione di borse e zaini!
Scherzi a parte: cartelli molto chiari ed espliciti informano chi si accinge ad entrare nell’isola che è vietato introdurre plastica!
Ho pensato che si trattasse di un’iniziativa decisamente bella, un esempio di ecosostenibilità che molti posti qui in Thailandia dovrebbero seguire! In un paese dove la strada perché sia diffusa la coscienza ecologica è ancora MOLTO lunga, finalmente un progetto privato che pare avere risultati tangibili! Questo angolo di paradiso ha fra i fondali più belli del paese e cerca di tutelarli proteggendo così anche la fauna marina che li popolano.
Di sicuro la perquisizione sommaria non garantisce il successo assoluto ma almeno ci prova.
D’altro canto però non poter portare acqua o altre bibite da fuori costringe chi passa la giornata sull’isola a fare i conti con i prezzi da monopolio dell’unico restort che gestisce anche l’unico ristorante e l’unico bar. Hai sete? Da me devi comprare da bere. Hai fame? Da me devi mangiare!
La domanda che ho fatto all’inizio acquista così il suo perché.
A me piace credere che non sia una questione commerciale ma che ci sia davvero il desiderio di proteggere Koh Nang Yuan e sensibilizzare chi arriva fino a qui. Per la prima volta immergendomi ho sentito il rumore dei coloratissimi branchi di pesci pappagallo intenti a rosicchiare i coralli. Ho nuotato in quello che viene chiamato il “Giardino Giapponese” - Japanese Garden – uno dei punti d’immersione più famosi della Thailandia. Ho visto un pesce balestra attaccare un sommozzatore e un bambino riportare a riva dei rifiuti raccolti in acqua. Ho visto mia madre sorridere dopo un’estenuante salita verso la cima del punto panoramico. Ho nuotato con mio padre che per la prima volta è riuscito a divertirsi con i pesci che gli nuotavano fra le gambe.
È vero, c’era tanta gente, forse più di quanta non mi sarebbe piaciuto vederne ma la sera, quando siamo risaliti in barca per tornarcene a Koh Tao eravamo felici e con i sorrisi ebeti stampati in faccia.
Un grazie particolare a Giuseppe che con le sue perle di saggezza e i suoi suggerimenti ha contribuito a rendere speciale questo breve viaggio nelle isole del golfo! Se siete stanchi delle solite notizie, seguitelo su Twitter, non ve ne pentirete!
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— G.Bobbo (@photob3u2) 1 Maggio 2015