A Koh Payam non c’ero mai stato e quando sentivo questo nome pensavo che stessero parlando della più famosa isola di Koh Phangan (quella dei Full Moon Party tanto per intenderci). Quella dove invece ho passato bellissime giornate in attesa dell’anno nuovo è invece proprio Koh Payam!
Colazione fronte mare!
Arrivare in questa piccola isola nel Mar delle Andamane, sulla costa occidentale della porzione peninsulare della Thailandia è stato già di per sé una piacevole scoperta. La Provincia di Ranong non è molto conosciuta forse anche per via del fatto che qui, al confine con la Birmania, le piogge cadono abbondanti per 7-8 mesi l’anno. Trovare bel tempo non è facile e già per Songkran (il capodanno tailandese che si celebra in aprile) la pioggia ha già ricominciato a cadere abbondantemente. Koh Payam, seconda di poco per grandezza alla vicina Koh Chang, è comunque quella con la popolazione più numerosa (circa 700 persone fisse senza contare i lavoranti non di etnia tailandese) in un gruppo di 30 isole che formano un piccolo arcipelago a nord del più famoso gruppo delle isole Similan.
Alba in spiaggia
Questa vacanza la ricorderò come quella "delle albe spettacolari", delle aquile di mare e delle spiagge deserte!
Che la spiaggia fosse deserta nel resort dove abbiamo alloggiato noi non c’era da stupirsi: prenotare all’ultimo momento via internet in alta stagione riserva solo brutte sorprese. Il Koh Payam Resort potrebbe essere (e uso un condizionale sottolineando che lo sto utilizzando) un luogo da favola se solo:
* non fosse raggiungibile via mare solamente dall’alba a mezzogiorno - prima e dopo il vento che soffia dal mare sul versante est dell’isola impedisce alle piccole imbarcazioni di raggiungerlo
* ci fosse una strada che arrivasse fino al resort via terra - esiste un sentiero che dal molo attraversa il bosco salendo per la collina non percorribile in moto ma solo a piedi
* il sentiero percorribile a piedi fosse anche solo minimamente illuminato - di notte senza una torcia è impossibile arrivare al resort
* il proprietario TAILANDESE non trattasse malissimo i lavoranti BIRMANI che di conseguenza se ne fregano altamente di servizio e ambiente
* ci fossero cestini dove buttare l’immondizia - si sa che il turista è pigro e quindi getta tutto dove capita infischiandosene di chi verrà dopo di lui
* la spiaggia antistante il resort fosse tenuta più libera da vetri, plastica e cartacce che il mare ogni notte rivomita davanti ai bungalow
* l’elettricità fosse disponibile non solo dalle 5 del pomeriggio alle 7 del mattino.
Insomma un resort dove NON tornerò neppure se fosse l’unico disponibile (come in questa occasione).
Tramonto su Ao Yai (o Long Beach come la chiamano i farang)Non è stato difficile capire che prenotare all’ultimo minuto c’era costato caro (e non solo economicamente). Per fortuna che la “Famiglia Bicini" non s’arrende e, preparati gli zainetti, s’è mossa ogni giorno dal resort alla scoperta delle altre bellissime spiagge dell’isola, tutte nell’altro versante, quello da cui si godono tramonti davvero bellissimi. Qui la natura riesce ancora a sorprendere e le spiagge, anche quando affollate, lasciano sempre ampi spazi per rilassarsi.
Tanti italiani, inaspettatamente numerosi e decisamente più “cosmopoliti” di quelli che aimé bazzicano altre spiagge della Thailandia!
"Chi non mangia in compagnia o è un ladro o è una spia"
Grazie ai nostri amici tailandesi di Rangon abbiamo anche potuto scoprire diversi ristoranti dove i piatti della tradizione culinaria tailandese del sud sono tutti rigorosamente preparati con pesce e frutti di mare freschissimi.
Il vento nei capelli
Ma la cosa che mi ha colpito più di tutte è stata la percentuale di birmani presenti nell’isola! Interi nuclei familiari che hanno conservato usi, costumi e lingua. Parlano mediamente un inglese migliore dei tailandesi e sorridono decisamente meno. I volti sono solitamente coperti di una mistura realizzata con la corteccia di un albero per proteggerli dal sole e gli occhi, di un nero quasi irreale, lasciano trasparire la malinconia di chi, nonostante tutto, sente nostalgia per la propria terra.
Stavi aspettando informazioni più pratiche? Per quello dovrai andare su Viaggio Vero fra qualche giorno!
Io, nel frattempo mi godo le terme naturali…ma questa è un’altra storia!
Non si può toccare l’alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.
Kahlil Gibran
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