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Ha passato gli ultimi quindici anni indeciso sulla strada da prendere. Cinema o fumetto ? Per non farsi mancare nulla, si è permesso incursioni anche nel teatro, nella pittura e nella radio. Ora per Barrack Rima sembra arrivato il momento di decidere cosa fare da grande.
Quanto di quello che scrivi e disegni parte dalla tua storia personale ? Ci sei TU e il tuo mondo nei tuoi lavori? Parlando di Medio Oriente in generale, andiamo per associazione di idee… insomma… sentiti libero di dire quello che vuoi… Riferimenti: Potrebbero interessarti anche :
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Be’, il Komikazen Festival è un «Reality Comics Festival». Il festival sembra essere fortemente legato alle questioni sociali e politiche contemporanee. Ovviamente mi sento molto vicino al tema, perché come artista, mi sento in dovere di fornire il mio punto di vista sulla realtà, attraverso la mia esperienza personale, invece che fuggire da essa. Ma è molto importante chiarire che l’arte non ha nessuna funzione sociale o politica. Non ha nessun dovere comunicativo o educativo. La cosa migliore che io possa fare è lavorare sul mio punto di vista di artista sulla realtà.
Non ho mai pensato che il mio lavoro potesse andare sotto l’etichetta di “fumetto realistico”. Quello che racconto non è mai la realtà in sè, ma solo la mia percezione di essa. Il mio disegno per il momento è basato sull’osservazione. Ho sempre bisogno di un modello per disegnare, e spesso mi ritrovo a usare fotografie come base. Per quanto riguarda la storia, non mi piace inventare. Preferisco fantasticare partendo dall’osservazione soggettiva di ciò che mi succede attorno.
Uso la mia esperienza personale come punto di partenza, perché io vedo il mondo attraverso i miei occhi, e disegno con le mie dita… non saprei come spiegarlo in altre parole… La mia storia personale mi rende diverso, ed è per questo che un altro artista racconterebbe la stessa storia in un modo completamente differente… come artista mi muovo da me verso gli altri. Io parlo agli altri di me.
Spesso uso me stesso come modello o come personaggio, spesso come narratore. Io disegno me stesso, e quel me stesso lì, sulla carta, diventa il ‘lui’ che guida la storia. ‘Lui’ diventa un ‘lui’ universale, allo stesso modo in cui il narratore non è mai l’autore, al massimo è il suo portavoce, fittizio almeno quanto lo è la storia! È un personaggio come gli altri, e posso fargli fare quello che voglio, posso mentire più di quanto non sia lecito fare, non sono obbligato a raccontare tutto della mia vita privata, eccetera.
Sono nato a Tripoli, nel nord del Libano. Ho passato la mia adolescenza a fantasticare su Beirut, sulla capitale, fino a quando, terminati gli studi d’arte a Bruxelles, mi ci sono finalmente trasferito. La città, la gente, l’atmosfera, non erano come me li ero immaginati. Ho lasciato il Libano circa venti anni fa e ho continuato a tornarci giusto per le vacanze o per vedere la mia famiglia. Nel 2005 ho iniziato a fare viaggi più regolari in Libano, ho iniziato a conoscere gente, a creare contatti e a lavorare.
Non ho mai scelto il mio ‘soggetto’, ma è il Libano a ‘scegliersi’ da solo, ovviamente, automaticamente e costantemente. È vero che spesso è al centro dei miei lavori. Immagino sia normale, quando vivi ‘in esilio’.
Dall’altra parte c’è la mia nuova casa, c’è Bruxelles e la sua gente. De Brusselmansen si chiama, il lavoro che ho dedicato loro: è una raccolta di strisce che prima venivano pubblicare settimanalmente sul giornale fiammingo ‘Brussel Dese Week’, tra il 1998 e il 2003.
Vediamo un po’…la cosa non è facile…vediamo di tirar fuori qualche cosa…
Penso che molta della gente in Medio Oriente si trovi ora in una sorta di stadio primitivo di evoluzione…il Libano è il primo dei posti strani…i giovani là sono come i giovani di tutto il mondo: alcuni sono promettenti, altri sono noiosi, alcuni sono pericolosi. Senza parlare di politica, ovvio. Per quanto riguarda arte e fumetto, oggi ci sono in giro diverse iniziative interessanti, senza troppo supporto, ma è tutto molto stimolante.
Per concludere, in Libano il tempo è bello, il mare è inquinato e il cibo è ormai strafottuto dalla chimica.
Barrack Rima, il blog: barrackrimaa.blogspot.com
Komikazen 2011: www.komikazenfestival.org
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