> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="200" width="600" alt="Komikazen 2012: Paolo Bacilieri racconta Salgari e la realtà dietro lAvventura >> LoSpazioBianco" class="aligncenter size-full wp-image-57454" />
Paolo Bacilieri è sempre stato un autore sui generis. Nato a Verona nel 1965, è oggi tra i pochi fumettisti in grado di coniugare una vena profondamente personale con un fumetto leggibile da un pubblico ampio. Ha creato il personaggio di Zeno Porno, le cui avventure sono state presentate in “Zeno Porno” e “La magnifica desolazione”. Per la Sergio Bonelli Editore, ha disegnato (ed in vari casi sceneggiato) storie di Napoleone e Jan Dix, entrambi personaggi creati da Carlo Ambrosini. Tu sei un autore che pone la sua calligrafia a metà strada fra lo stile realistico e quello caricaturale. Il tuo disegno trasforma la realtà, la stravolge, proponendo al lettore una scrittura che è interprete del reale, va al di là della riproduzione fotografica e restituisce una grafia del reale densa di significati allegorici. Ma tu, dal tuo punto di vista, come ti collochi? Ti senti più portato al disegno realistico o a quello caricaturale? Komikazen si concentra, nel 2012, sulla rappresentazione dell’Italia. Dopo decenni durante i quali l’avventura (quella con la “A” maiuscola) sembrava albergasse solo nelle Americhe, adesso, finalmente, troviamo qualche autore che propone, Quando, alla fine degli anni Trenta, il Minculpop (Ministero della Cultura Popolare) vietò l’importazione dei personaggi stranieri, gli autori italiani, in particolare sulle pagine de “L’Avventuroso”, attinsero a pieni mani all’immaginario salgariano per creare nuove storie. Sweet Salgari è il tuo affettuoso omaggio all’autore veronese, alla sua umanità, al di là della fama di scrittore di romanzi avventurosi. Questa scelta è motivata dalla intima connessione fra i moduli del maestro del romanzo popolare avventuroso e il fumetto italiano? Si sa già tutto di Salgari? Quali ulteriori elementi credi possa fornire il tuo romanzo grafico alla conoscenza dell’autore Salgari? Ritieni fondamentale un rapporto empatico fra lo scrittore e il protagonista di una storia? E’ importante questo per potere comunicare emozioni al lettore? In qualche modo ti riconosci in Salgari? In Sweet Salgari, ambientato dell’inizio del Novecento, c’è molto dell’Italia di oggi (come tu stesso hai rivelato in alcuni incontri). Potresti spiegare anche qui questo concetto? Secondo te quale lezione storica potremmo apprendere oggi da quella Italia? Nella stesura della tua opera, in quale misura ti sei posto come obiettivo quello di raccontare il mondo circostante? Credi che tramite una biografia si riesca a catturare lo spirito dell’epoca in cui è ambientata? Concludiamo con una domanda complessiva per l’autore Bacilieri. Quanto è difficile per te, in particolare quando lavori nel fumetto serial popolare, adattarti a determinati moduli stilistici che richiedono sopratutto leggibilità e mettere da parte quella tua vocazione artistica magari più tortuosa ma squisitamente ricercata e profonda? Etichette associate: Puoi leggere anche: Condividi:
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Nel corso di un’intervista con Tito Faraci, pochi giorni fa, si parlava di Nonnonba, il fumetto autobiografico di Shighero Mizuki (bellissimo) pubblicato da poco da Lizard. Cercavo di spiegare a Tito e agli ascoltatori come in Mizuki elementi caricaturali e realistici convivano tranquillamente senza (importante differenza) che quelli caricaturali (o meglio cartoonistici) significhino necessariamente “qui fa ridere” come siamo spesso portati a pensare in Europa/Italia. Cartoonizzare per Mizuki (come per Osamu Tezuka e il suo capolavoro, Buddha) significa dare vita ai suoi personaggi, renderli vivi, non ridicoli. Lo stesso discorso vale per le mie storie in generale e per il mio Salgari in particolare.
Beh, me lo auguro… benvenga l’Avventura italian style, anche se ho l’impressione che non sia tanto il dove ma il come a fare la differenza… facile esempio, le storie degli “Scorpioni del deserto” di Pratt sono ambientate in Africa, il protagonista è un ufficiale polacco ma l’Italia e gli italiani saltano fuori da ogni parte e con spiccata autenticità. Lo stesso dicasi per molte storie di Corto Maltese…
Non scopro certo io la forte dipendenza di molti fumetti italiani nei confronti dei moduli e delle mitologie salgariane. Il mio approccio è stato fin da subito “partecipe”,sapevo di raccontare la vita di “uno di noi” del primo che ha fatto questo mestiere. Non volevo fare un saggio accademico o una impeccabile ricostruzione storica quanto restituire la vitalità e la dignità dello scrittore. Il libro trasmette spero questa vicinanza che avverto tra Salgari, il DNA di Salgari e quello di tanti che ancora oggi raccontano (a fumetti e non) avventure. Me compreso.
Non si sa mai tutto! Rimangono sempre buchi e zone buie… e temo che il mio libro in questo senso sia abbastanza inutile, mi sono limitato a fatti noti, mi interessava più che altro rendere un immagine viva, vitale del nostro Emilio e di chi gli ha vissuto accanto.
Ho sempre pensato che consapevoli o meno, in questo mestiere raccontiamo spesso di noi anche quando disegniamo termosifoni in scene d’interno di storie poliziesche ambientate in Perù. La faccenda per quanto mi riguarda diventa più evidente in certe storie: La magnifica desolazione, pur non essendo una storia strettamente autobiografica ha molti elementi che ho desunto dal mio vissuto e da quello di persone a me vicine. Insomma come ho già detto da qualche parte Zeno Porno non sono io, ma sono “anch’io”. In generale direi che mi piace alternare le cose: storie che mi riguardano “da molto vicino” (Sweet Salgari rientra in questa categoria), con storie magari in collaborazione con altri autori, distantissime in tutti i sensi: Adios muchachos, per esempio, o quella che uscirà tra poco per Bonelli fatta con Antonio Serra, Sul pianeta perduto.
Uhm… è in effetti curioso scoprire a distanza di un secolo piccole e grandi similitudini. L’Italia di Salgari era in qualche modo sospesa tra grandi eventi storici. Mi sembra che anche oggi siamo in una situazione simile, ma non saprei in termini di insegnamento quali conclusioni trarre. Forse molto semplicemente questa: come dice Paul Newman ne Il verdetto, “things change!“, le cose cambiano!
Quantomeno ci ho provato! Per questo libro ho fatto un lungo lavoro di raccolta di immagini, libri illustrati, foto ma non solo, aiutato anche da quel pozzo senza fondo che è il web…
Non troppo difficile e abbastanza naturale, credo. Per Sweet Salgari ho voluto fare un passo indietro, dal punto di vista “sperimentale”, per lasciare spazio al racconto, al suo protagonista, al ritmo, al tempo che passa… insomma meno Paolo e più Emilio! Tutto doveva essere chiaro e leggibile anche per chi fumetti non ne legge mai, non so se ci sono riuscito… Ogni nuovo progetto, ogni nuova storia comporta per me il cercare il modo migliore di raccontarla anche a costo di essere meno “riconoscibile”.
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