Si svolgerà dal 16 Ottobre 2011 al 7 Gennaio 2012 la Mostrad’Arte Contemporanea “Kosmoidea – Viaggio Onirico tra Galassie e dintorni“ - Personale del Maestro d’Arte ANGELA SCAPPATICCI organizzata dall’Associazione di Promozione Sociale InterTeam Club in collaborazione con il “Voy Restaurant” di Roma.
Nella mostra saranno presentate le più recenti creazioni d’arte pittorica dell’artista romana, fortemente ispirate ai temi dell’astrofisica e dell’arte spaziale.
Il vernissage della Mostra si terrà il 23 Ottobre 2011 alle ore 17,30 presso il “VOY Restaurant ” in Via Flaminia , 496c – Ponte Milvio – Roma.
ANGELA SCAPPATICCI, nata in Germania nel 1965, vive e lavora a Roma dove ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte, specializzandosi in decorazione pittorica.
Nel 1981 inizia la propria ricerca sperimentale utilizzando, nella produzione “dell’oggetto pittorico”, diversi materiali che incorpora, sovrappone o sottopone al colore.
Dal 1997 ad oggi ha esposto con successo in numerose mostre collettive e personali, riscuotendo, costantemente, consensi e riconoscimenti della critica e del pubblico per il proprio talento artistico.
La prevalente “matericità” ed il “simbolismo” , sempre presenti nei suoi lavori, la portano a definire le proprie opere “sculture da parete”.
Le sue creazioni artistiche si caratterizzano per la costante ricerca poetica finalizzata ad individuare innovative soluzioni espressive ed a rappresentare le sensazioni e le più intense emozioni della propria “Anima”.
Intervista di Mara Valente ad Angela Scappaticci:
Le tue opere sembrano essere a metà tra la pittura e la scultura; come le realizzi?
In effetti, si tratta di “sculture da parete” collegate alla poetica dell’arte spaziale. Le realizzo in orizzontale impastando un composto di mia produzione a base di terre e ossidi che tende a screpolarsi con l’asciugatura. Il procedimento è complesso e delicato: per ottenere crepe più o meno larghe e di diverso spessore si deve avere una conoscenza profonda delle reazioni dell’impasto alle variabili atmosferiche e igronomiche. Si tratta di trovare il giusto equilibrio tra i quattro elementi: la terra deve essere sottoposta ad aria, acqua e calore in proporzioni variabili,che ottengo con l’utilizzo di ventilatori, umidificatori, deumidificatori, riscaldamenti, fiamme ossidriche. Ogni minima variazione produce effetti differenti; per questo motivo, il lavoro va controllato al massimo ogni 4-5 ore, anche di notte e per più giorni, fino all’ottenimento delle forme desiderate. Prima, durante o dopo la fase di asciugatura inserisco altri impasti o altri materiali, spesso particolarmente ricercati e costosi come gemme, minerali, frammenti d’oro o argento.
Una serie dei tuoi lavori è dedicata all’Astrofisica, come mai questa scelta? E’ un’altra delle tue passioni?
Indubbiamente l’universo mi affascina; a volte trascorro ore a guardare il cielo, perdendomi tanto nei tramonti quanto nelle nubi, tanto nelle fasi lunari quanto nelle costellazioni. Avendo un rapporto molto “fisico” con la materia, il non poter toccare gli astri così come posso toccare la terra, mi porta ad uno stato di assoluta contemplazione, così cerco di immaginarli e ricrearli. Dopo svariate ricerche, sono riuscita a venire in possesso di una particolare gemma di origine meteoritica, la moissanite, che si presenta di colore nero con infinite sfumature di altri colori, e possiede una brillantezza unica, addirittura superiore a quella del diamante; spesso ne utilizzo dei frammenti per rendere più luminose e realistiche le mie rappresentazioni degli astri.
L’uso di materiali, a volte anche extra-pittorici e di colori particolari, spesso monocromi, costituiscono una simbologia molto particolare. Le loro combinazioni sembrano vogliano trasmettere delle emozioni ben definite. Che ruolo giocano le quotidiane sensazioni nella tua creazione artistica?
Sono fondamentali. Le sensazioni e le emozioni, così come gli astri nel cielo, esistono ma non si possono toccare; la differenza consiste nel fatto che le sensazioni non si possono neanche vedere, ma solo vivere interiormente. Tutti noi proviamo continuamente delle sensazioni, qualsiasi cosa stiamo facendo, ma il più delle volte non ce ne accorgiamo, non le riconosciamo, non le classifichiamo, non le elaboriamo, per non restarne travolti e spossati. Le viviamo passivamente come dati di fatto che appartengono al nostro moderno vivere quotidiano, ma questo atteggiamento naturale di autodifesa può portarci a perdere anche la capacità di emozionarci davanti alla spettacolarità della natura. Per questo motivo cerco sempre di identificare ed interiorizzare le diverse emozioni che provo quotidianamente, rielaborandole nel tempo come immagini visive, per poi rilasciarle in una sorta di liberazione, trasferendole dal mio intimo alla tela.
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