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A Bruxelles questa settimana un altro incontro tra i premier serbo e kosovaro, Ivica Dačić i Hashim Thaci su invito dell'alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Ue Catherine Ashton. Tema di colloqui l'implementazione del recentemente raggiunto accordo delle due parti, ovvero quello che dovra' essere implementato entro giugno affinche' la Serbia possa ricevere la tanto desiderata data dell' inizio dei negoziati di adesione all'Ue. Come precisato dal premier serbo Dačić, bisognera' appena arrivare al piano di implementazione e come spiega, per certi punti dell'accordo sara' necessario almeno un anno per la loro implementazione mentre invece per alcuni altri saranno sufficienti sei mesi. La riunione a Bruxelles e' iniziata quindi martedi' sera, prima gli incontri separati dei due premier con Cathrine Ashton e poi quello trilaterale durato fino alle ore 22. Mercoledi' la ripresa dei colloqui. A termine della prima serata vi e' stato soltanto un breve comunicato della Ashton alla stampa in cui ha espresso soddisfazione per aver potuto ospitare un'altra volta i due premier e si e' detta convinta del loro impegno sull'attuazione dell'accordo di Bruxelles.
Il professore della Facolta' di scienze politiche di Belgrado ed analista politico Predrag Simić ha commentato che il raggiungimento di un accordo sull'implementazione dell'accordo di Bruxelles sara' il lavoro piu' difficile e che i colloqui che si svolgono attualmente a Bruxelles sono i piu' difficili finora. Simić ha precisato che l'accordo di Bruxelles e' un insieme di principi che ciascuno puo' interpretare a modo suo in base ai propri interessi e che gli esperti non riescono ad oltrepassare le divergenze di posizioni. Questa la ragione perche' un'altra volta spetta a Catherine Ashton di tentare a trasformare i principi in un piano concreto che potrebbe essere implementato. "Si tratta della parte piu' complicata dei negoziati che non potra' essere implementata in una quarantina di giorni quanti ne sono rimasti fino alla fine di giugno quando dovra' essere presa la decisione sulla data dell'inizio di negoziati di adesione per la Serbia" ha spiegato l'esperto politico serbo. Simić ha sottolineato che dalla Serbia si aspetta adesso il piano e non la sua stessa attuazione, e questo, secondo lui, si e' potuto sentire anche da parte del capo della diplomazia tedesca lunedi' a Belgrado durante gli incontri con i vertici serbi.
Il ministro degli esteri tedesco Westerwelle in visita a BelgradoDello stesso tema quindi si e' parlato gia' lunedi' a Belgrado in occasione della visita del ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle alla capitale serba. A seguito del suo incontro con i vertici serbi, Westerwelle ha ribadito che se ci saranno risultati palpabili relativi all'attuazione dell'accordo con Priština, il Bundestag tedesco ricevera' da lui un segnale positivo per quanto riguarda la data dell'inizio dei negoziati di adesione per la Serbia. Come scrive il quotidiano serbo 'Blic', riferendosi a fonti bruxellesi, per la Serbia entro la fine di giugno sarebbe piu' facile compiere passi concreti relativi alle strutture di sicurezza parallele ma si potrebbero introdurre anche misure temporanee nei comuni di Zubin Potok e Zvečani dove si e' concluso il mandato degli autogoverni locali. Cio' significherebbe che si e' iniziato con l'applicazione dell'accordo relativo alle istituzioni parallele.
Per quanto riguarda la polizia, circa 150 rappresentanti dovrebbero essere integrati nelle forze di polizia kosovare, altri invece dispiegati nelle stazioni di polizia in Serbia centrale. La giustizia potrebbe far parte dell'implementazione da subito attraverso la trasformazione del tribunale comunale di Mitrovica. Va precisato che il capo della diplomazia tedesca ha chiesto categoricamente lo smantellamento delle strutture parallele serbe al nord del Kosovo. Con i vertici di Belgrado ha ribadito la necessita' di utilizzare l'occasione per prendere decisioni corraggiose di lunga portata. Per le giovani generazioni, ha rilevato Westerwelle, e' importante migliorare la situazione attraverso gli investimenti, crescita economica e apertura di nuovi posti di lavoro. Il premier serbo Ivica Dačić ha sottolineato che la Serbia non ha piu' tempo da aspettare e che ogni rinvio di decisione sulla data dell'inizio dei negoziati di adesione all'Ue puo' avere conseguenze catastrofiche per il futuro della Serbia.
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