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Kosovo: continua il dialogo a bruxelles tra belgrado e prsitina
Creato il 15 novembre 2012 da PasudestDi Marina Szikora, corrispondente di Radio Radicale [*]La settimana scorsa, come annunciato, una cena di lavoro su invito dell'alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue Catherine Ashton, con il premier serbo Ivica Dačić e quello kosovaro Hashim Thaci. Secondo il giornale di Priština 'Koha Ditore', l'atmosfera e' stata molto piu' rilassante che durante il loro primo incontro. I partecipanti alla cena hanno dichiarato che e' stato realizzato un evidente avanzamento verso la normalizzazione delle relazioni, soprattutto per quanto riguarda l'attuazione degli accordi raggiunti durante il dialogo tecnico, afferma il giornale kosovaro. Dačić e Tachi avrebbero detto che "la guerra e' finita" e che bisogna girarsi verso il futuro. Il premier kosovaro ha precisato che e' stato concordato che la Serbia deve essere trasparente per quanto riguarda il finanziamento delle strutture parallele del potere serbo al nord del Kosovo mentre Dačić ha valutato che questo non e' un problema poiche' "non c'e' nulla da nascondere" e ha constatato che il finanziamento continuera'. "Thaci ed io siamo forse gli uomini giusti per prendere decisioni difficili" ha valutato il premier serbo, scrive Koha Ditore.
L'alto rappresentante dell'Ue Cathrine Ashton ha espresso soddisfazione per i colloqi che ha qualificato come sinceri ed aperti. Ricordando che l'incontro precedente a Bruxelles e' stato un proseguimento del dialogo iniziato lo scorso 19 ottobre, dopo quest'ultimo incontro , Ashton ha detto che con Dačić e Thaci si e' parlato di diversi aspetti della normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Priština. Entrambi i premier si sono detti pronti a continuare il dialogo. "Abbiamo concordato di continuare il lavoro relativo alla piena implementazione di tutti gli accordi e abbiamo salutato i risultati raggiunti da parte del gruppo di lavoro comune che si e' riunito il 5 e 6 novembre sul tema dell'amministrazione integrata dei confini", si legge nel comunicato dell'Ufficio di Cathrine Ashton. Il comunicato aggiunge che negli ultimi colloqui si e' parlato della trasparenza "dei mezzi che la Serbia garantisce alla comunita' serba in Kosovo". Inoltre, Ashton indica che si e' parlato dei metodi di rafforzamento "della protezione del patrimonio culturale e religioso serbo in Kosovo". Le due parti hanno concordato di istituire un gruppo di lovoro tecnico congiunto il quale preparera' uno studio di fattibilita' dell'autostrada Niš-Priština.
La decisione sulla data dell'inizio dei negoziati di adesione della Serbia all'Ue dipende soprattutto da come verra' valutato l'avanzamento nella normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Priština. Questa valutazione si aspetta nella prima meta' di dicembre, informa l'agenzia di stampa serba Tanjug citando fonti diplomatiche bruxellesi. Infatti, come anche dichiarato in questi giorni dal premier serbo Ivica Dačić, ai primi di dicembre dovrebbe svolgersi un altro incontro tra Dačić e Thaci dopodiche' il Consiglio europeo decidera' sulla data dei negoziati di adesione della Serbia. Una valutazione dei risultati raggiunti nel dialogo si prospetta tra il 10 e 14 dicembre, informa Tanjug. Entro il 10 dicembre, si precisa, in base al recente accordo, dovrebbe iniziare l'attuazione di prova dell'accordo relativo ai confini sulla linea amministrativa, su due di un totale di sei posti di confine. Si tratta di una delle condizioni chiave affinche' la Serbia possa ottenere la data dell'inizio dei negoziati di adesione e su questo il Consiglio europeo si esprimera' al vertice che e' in agenda per il prossimo 13 e 14 dicembre. Pero', prima della decisione formale dei capi di stato e governo dei 27, come consueto, si riuniranno i ministri degli esteri degli stati membri dell'Ue e questo accadra' l'11 e 12 dicembre. I ministri dell'Ue, informano i media serbi, ascolteranno il rapporto di Cathrine Ashton sull'avanzamento raggiunto dalla Serbia, in particolare quello relativo alla normalizzazione delle relazioni coni il Kosovo dopodiche' formuleranno la raccomandazione che i loro capi adotteranno formalmente al summit.
Nel corso di un mese, la Serbia dovra' quindi compiere atti molto concreti che potrebbero convincere l'Ue che Belgrado ha percepito seriamente gli obblighi intrapresi. Se verra' valutato che le condizioni sono state adempiute, la Serbia, con un meccanizmo di controllo adeguato, potrebbe contare con la possibilita' di iniziare l'anno prossimo i negoziati di adesione all'Ue, precisa Tanjug citando sempre fonti diplomatiche anonime di Bruxelles.
Il presidente serbo Tomislav Nikolić in visita in Grecia parla del Kosovo Il presidente della Serbia, Tomislav Nikolić, in visita ufficiale settimana scorsa ad Atene, in una intervista per la TV Antena ha dichiarato che "gli albanesi dicono di avere il loro stato indipendente, ma i serbi rispondono che non riconosceranno mai questa indipendenza". Cio' non vuol dire pero', precisa Nikolić, che non possiamo mettere in ordine la vita in Kosovo in modo tale che si sappia quali sono le competenze delle isitizioni temporanee di Priština, quali sono i diritti dei cittadini in Kosovo, soprattutto dei serbi che vivono nelle enclavi al nord del Kosovo dove essi sono in maggioranza e quali funzioni restano in competenza alla Serbia. "Non sono preoccupato per la situazione in Kosovo. Nell'ambito del diritto internazionale, della Carte delle Nazioni Unite, la Serbia e' uno stato di cui il Kosovo ne e' parte. In Kosovo si trovano le forze dispiegate secondo l'accordo della Serbia con il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Qui non ci puo' essere nessuna crisi, nessun confilitto, nessuna azione unilaterale" ha detto Nikolić nell'intervista.
Per quanto riguarda la situazione in Serbia, il capo dello stato serbo ha precisato di continuare quello che e' stato fatto nel periodo del suo predecessore, l'ex presidente Boris Tadić, ma in un modo diverso e con maggiore considerazione degli interessi della Serbia. Nikolić aggiunge che se ha assunto la presidenza della Serbia allora cio' comporta farsi carico degli obblighi, vale a dire dell'implementazione di tutti gli accordi raggiunti finora e poi passare veramente a nuovi negoziati in cui la Serbia deve chiede qualcosa e non soltanto riufiutare di accordarsi. "Noi abbiamo delle condizioni che riteniamo siano normali, quali l'ordinamento dello stato, giustizia, fermare l'enorme criminalita', corruzione, esaminare in quali condizioni sono state fatte molte privatizzazioni che sono state un vero saccheggio" spiega il capo dello stato serbo ma aggiunge anche: "noi abbiamo la condizione di dialogare con Priština affinche' la vita della gente in Kosovo sia migliore, anche quella dei serbi, naturalmente. Adempieremo anche questa condizione. Il premier ha parlato gia' due volte con il presidente del governo temporaneo del Kosovo" ha detto Nikolić.
[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale
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