Scontato il risultato: secondo le attese i "no"dovrebbero essere circa il 98%. Il timore è che il referendum, provochi reazioni destabilizzanti sul terreno inasprendo le tensioni tra i serbi che vivono nelle enclavi a sud del fiume Ibar e i nazionalisti albanesi. I serbi del Kosovo non vogliono fare da agnello sacrificale per gli interessi internazionali della leadership di Belgrado che per ottenere lo status di Paese candidato all'adesione all'Ue al Consiglio europeo dell'inizio di marzo, dopo il rinvio di dicembre, è chiamata a pesanti concessioni nell'ambito del dialogo con Pristina. Il governo di Pristina tende comunque a moderare i toni: “Siamo pronti a gestire ogni situazione, ma confidiamo che non vi saranno incidenti etnici e nessun tentativo di farsi giustizia da soli”, ha dichiarato il vicepremier Hajredin Kuci, citato dal quotidiano Koha Ditore, dicendosi convinto che “i cittadini albanesi, se necessario, sapranno fidarsi delle istituzioni nazionali ed internazionali”. I primi risultati sono annunciati per mercoledì sera e quelli definitivi entro il 19 febbraio. Rappresentanti della missione Onu e dell'Osce “saranno invitati a monitorare il referendum e quelli dell'International crisis group (Icg) hanno già espresso disponibilità”, ha fatto sapere Ljubomir Radovic.
Scontato il risultato: secondo le attese i "no"dovrebbero essere circa il 98%. Il timore è che il referendum, provochi reazioni destabilizzanti sul terreno inasprendo le tensioni tra i serbi che vivono nelle enclavi a sud del fiume Ibar e i nazionalisti albanesi. I serbi del Kosovo non vogliono fare da agnello sacrificale per gli interessi internazionali della leadership di Belgrado che per ottenere lo status di Paese candidato all'adesione all'Ue al Consiglio europeo dell'inizio di marzo, dopo il rinvio di dicembre, è chiamata a pesanti concessioni nell'ambito del dialogo con Pristina. Il governo di Pristina tende comunque a moderare i toni: “Siamo pronti a gestire ogni situazione, ma confidiamo che non vi saranno incidenti etnici e nessun tentativo di farsi giustizia da soli”, ha dichiarato il vicepremier Hajredin Kuci, citato dal quotidiano Koha Ditore, dicendosi convinto che “i cittadini albanesi, se necessario, sapranno fidarsi delle istituzioni nazionali ed internazionali”. I primi risultati sono annunciati per mercoledì sera e quelli definitivi entro il 19 febbraio. Rappresentanti della missione Onu e dell'Osce “saranno invitati a monitorare il referendum e quelli dell'International crisis group (Icg) hanno già espresso disponibilità”, ha fatto sapere Ljubomir Radovic.
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