President of the Republic of Kosovo, Atifete Jahjaga
“La libertà di stampa in Kosovo - scriveva il giovane giornalista ora residente in Sarajevo e corrispondente portale francese ‘Le Courrier des Balkans‘ - è fortemente a rischio dopo la decisione del parlamento del 22 giugno di non modificare due articoli del nuovo Codice Penale che prevedono la reclusione per i giornalisti colpevoli di ‘diffamazione’ e per quelli che si rifiutano di rivelare le proprie fonti“.
“Il Codice, approvato ad Aprile, - si legge ancora nel suo articolo - è stato duramente criticato per queste disposizioni. La Presidentessa della Repubblica, Atifete Jahjaga, ha deciso di accogliere le proteste di giornalisti ed associazioni per la libertà di stampa: dopo aver dichiarato che “il Codice non rispetta la Costituzione” del Paese, Jahjaga ha rinviato il provvedimento al Parlamento, affinché fosse modificato. L’assemblea non è però riuscita ad emendare gli articoli incriminati, per l’opposizione della maggioranza dei votanti”.
“Il Ministro della Giustizia Hajredin Kuçi – secondo il racconto di Rodolfo Toè – ha rassegnato le dimissioni dopo il risultato della votazione, nonostante la legge sia stata scritta direttamente dal Ministero da lui presieduto: ‘ho deciso di dimettermi perché voglio continuare a guardare i giornalisti negli occhi: non voglio essere responsabile della riduzione della libertà di stampa nel mio paese’, ha dichiarato. Mentre il Premier Thaçi si è detto ‘rattristato dal voto’, ed ha confermato ‘di non poter appoggiare, come Primo Ministro, una legge di questo tipo’ “.
“La libertà di stampa resta un tema molto delicato a Priština. – Sentenzia il giovane l’articolista, - Nel 2011 un rapporto dell’UNHCR denunciava ‘la debolezza del potere giudiziario e della società civile’, gli ostacoli maggiori allo sviluppo di una stampa indipendente nel paese. ‘Uno dei principali problemi che i Media devono affrontare in Kosovo’ ha dichiarato Skëmb Qavdarbasha dell’Institute for Policy Development ‘è la pressione di cui i giornalisti sono vittime. Solo lo scorso anno la associazione dei giornalisti in Kosovo ha registrato 27 attacchi, di cui 9 fisici, e 7 casi di minacce gravi. Questi dati sono impressionanti anche perché dimostrano la scarsa volontà delle istituzioni di perseguire i responsabili di questi atti, un fatto indegno per una nazione che vorrebbe dirsi democratica”.
Leggi il resto:- http://www.linkiesta.it/blogs/iota/kosovo-e-rischio-la-liberta-di-stampa
- http://www.alleanzaperlaliberta.it/?p=249
- http://www2.lastampa.it/2012/07/10/italia/i-tuoi-diritti/cittadino-e-istituzioni/battezzato-e-convertito-cristiano-a-rischio-in-kosovo-ma-neanche-la-dichiarazione-del-religioso-basta-protezione-internazionale-negata-BPF0b8jm9fScBi1ZDB8v3O/index.html
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- http://www.lindro.it/Il-pacifismo-dopo-Sarajevo,7788#.UC4JVKnN8f4
- http://paolodechiara.wordpress.com/2012/05/05/il-pacifismo-dopo-sarajevo/
- http://www2.lastampa.it/2012/07/10/italia/i-tuoi-diritti/cittadino-e-istituzioni/battezzato-e-convertito-cristiano-a-rischio-in-kosovo-ma-neanche-la-dichiarazione-del-religioso-basta-protezione-internazionale-negata-BPF0b8jm9fScBi1ZDB8v3O/index.html