KP 6: Sangue sulle stelle

Creato il 06 marzo 2011 da Chemako @chemako71
Titolo: Sangue sulle stelle
Data: Novembre 1977
Soggetto/Sceneggiatura:
Giancarlo Berardi
Disegni/Copertina:
Giancarlo Alessandrini / Ivo Milazzo



In seconda di copertina una canzone molto dolce di provenienza Acoma, con il consueto disegno di Ivo Milazzo per la rubrica "Tracce nel vento"

Disegno di Giancarlo Alessandrini

Dopo due numeri capolavoro, Chemako e Omicidio a Washington, Berardi cade male: anche lui è umano e ogni tanto commette qualche errore. "Sangue sulle stelle" è un albo decisamente deludente, molto inferiore allo standard cui l'autore ci ha abituato fin qui e alle perle che ci regalerà ancora innumerevoli volte lungo la collana.
Il soggetto è un classico: Ken, dopo aver passato l'inverno a cacciare pelli, arriva nella primavera del 1872 a Paradise City, una città in cui la legge non c'è perché priva di sceriffo, e dove spadroneggiano i cow-boys del boss locale, Maverick, un grande allevatore e proprietario terriero. Dopo essere stato derubato dei soldi ottenuti vendendo le proprie pelli e, soprattutto, dopo aver assistito all'assassinio di un bambino, Ken accetta la proposta di diventare marshall, offertagli dalla piccola codarda borghesia cittadina, impaurita da un lato dagli eccessi dei cow-boys, ma attratta dall'altro dai loro soldi. Anche se già visti, gli ingredienti per ottenere una storia suggestiva attraverso una sapiente e misurata sceneggiatura ci sarebbero. Purtroppo invece si legge una storia banale, a volte retorica e in cui si scopre un Ken a tratti irriconoscibile.

Disegno di Giancarlo Alessandrini

Lungo Fucile infatti, vestendo i panni di marshall, diventa perfino arrogante, ha sempre la verità in tasca e la sbatte con alterigia davanti a tutti, non ha dubbi. Si direbbe quasi un supereroe infallibile, un angelo vendicatore che sgomina con coraggio e sicurezza il gruppo di prepotenti cow-boys arrestando Maverick, affrontando il più pericoloso dei mandriani in un duello di stile quasi medievale e risolvendo alla Sherlock Holmes il caso dell'assassinio del ragazzino. Troppo perfino per Tex Willer, figurarsi per il nostro Ken.
Anche il volto di Ken è sempre ritratto con cipiglio serio e con occhi di ghiaccio: mai un sorriso, anche quando si svolgono le rare e brevi scene con un minimo di ironia, grazie alla presenza di Otis, il classico vecchietto un po' matto di tanti film western. Parlando dei disegni, la prima prova del grande Alessandrini è assai modesta. Un tratto poco convincente mostra un Ken sempre diverso, poco espressivo, a volte con un mascellone che gli attribuisce un tono da duro. Alessandrini è alla ricerca di uno stile nel ritrarre Ken ma lo troverà solo nei prossimi numeri che gli saranno affidati.

Disegni di Giancarlo Alessandrini


Un albo da considerare quindi una parentesi, come probabilmente lo fu, un tappabuchi con cui riempire un mese in edicola, senza alcun nesso con la continuity e senza un proprio valore e carattere, nell'attesa di ritrovare Ken disegnato da Milazzo alle calcagna di Welsh, l'assassino di Ely Donehogawa che abbiamo conosciuto in Omicido a Washington.

Disegni di Giancarlo Alessandrini


Disegno di Giancarlo Alessandrini


Disegno di Giancarlo Alessandrini


Disegni di Giancarlo Alessandrini


Disegni di Giancarlo Alessandrini


Disegno di Giancarlo Alessandrini


Disegni di Giancarlo Alessandrini


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