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Kurt Cobain si sparò quando capì di essere il nuovo Re della Smemo

Creato il 23 settembre 2011 da Infetta
Il 24 settembre 2011 la Geffen Records festeggia i 20 anni dall'uscita di "Nevermind", album di apocalittico successo dei famosissimi Nirvana di cui faceva parte il famosissimo Kurt Cobain.
Dato che sono tutti lì lì a ricordare quale enorme impatto abbiano avuto i Nirvana/ questo album/ Kurt Cobain/ la morte di Kurt Cobain nella loro vita e nella storia pop, anche io ho deciso di regalarvi il mio personale contributo.
Ora, lasciatemi iniziare la mia storia ed immaginatemi con la voce della Maugeri quando parla delle band storiche su Virgin Radio:
Correva l'anno 1991, il 24 Settembre un certo gruppo con un nome indiano (a non erano indiani?) Nirvana si appresta a prendere per il culo tutto il mondo dei giovani alternativi.
Quel giorno l'etichetta discografica Geffen Records (che come primo artista ebbe Donna Summer, regina indiscussa delle discoteche, ma soprattutto, a differenza di un certo biondo, ancora viva) fece uscire il loro secondo album chiamato "Nevermind".
L'album (come mi suggerisce il mio miglior amico, il generale wikipedia) aveva come scopo di eguagliare il clamore e il successo di "Goo" dei Sonic Youth.
Nevermind divenne il loro album più famoso, grazie a singoloni come "Smell like teen spirit"  "Lithium".
Chi di noi non conosce queste due canzoni?
Anche i più assidui ascoltatori di Laura Pausini e Gigi D'Alessio hanno, nascosti sotto strati di cartelle di musica neomelodica napoletana, queste due timide, timidisse tracce nei loro mp3.
La prima volta che ho sentito il nome Nirvana non me la ricordo nemmeno.
Io, nata nel 1989, non sono cresciuta con il mito della camicia a quadri, che cristo dio chiamiamola con il suo nome, evolvetevi.
La fantasia si chiama "check" non "alla boscaiola", la boscaiola è un sugo della Buitoni, non una camicia.
Dicevo, la prima volta che ho sentito i Nirvana, o almeno il loro nome, non me la ricordo proprio.
Come ho più volte ribadito, in casa mia era vietato guardare MTV considerato il canale del diavolo, il canale dove impazzavano i volgari video di Eminem, la pornografica figura di Marilyn Manson e la zuccherosità diabetica di una giovanissima Britney Spears.
A me tutto questo era stato vietato, così come mi erano state vietate le merendine, la Coca Cola, le scarpe della Lelli Kelly e canale 5.
Ma, come per le merendine e la Coca Cola, fu tutto inutile.
Inizia ad avvicinarmi a quel canale maledetto grazie alle mie cugini maggiori, quando andavo a trovarle in montagna potevo sedermi comodamente sul loro enorme divano e rimanere ore e ore davanti al mega televisore, un televisore che per me  era gigantesco, avrebbe potuto mangiarmi tranquillamente.
Divenne una droga, più video vedevo più volevo vederne.
Datemi altro pop, altri lustrini, altre chitarre con il sangue, altre facce tristi, datemi tutto.
La più interessata musicalmente era Alice, di cinque anni più grande di me.
Lei era il mio mostro sacro, mi facevo convincere a fare qualsiasi cosa: memorabile il giro del paese con il sacco della pattumiera addosso, memorabile.
Alice, che al tempo aveva 15 anni o giù di lì, era nella tipica fase adolescenziale dell'incupimento, della rabbia e della matita nera sotto gli occhi.
Alice ascoltava Marlyn Manson mentre io, che ancora credevo a Babbo Natale (per la cronoca ci ho creduto fino ai 13 anni) lo odiavo, mi metteva paura e se avessii potuto l'avrei messo nella candeggina per ripulirlo dai suoi peccati.
Perchè era chiaro anche a me che stava peccando.
Alice scriveva le frasi tristi sul diario, si metteva gli scaldamuscoli sulle braccia e si vestiva solo di nero.
Io avevo 11 anni e stavo passando la fase della prima dieta seria, mia madre mi vestiva Lacoste dalla testa ai piedi e si ostinava a farmi la riga in mezzo.
Anche se molto piccola, rimasi affascinata dal mondo della musica, da Alice e dal suo incupimento adolescenziale davvero tosto, così inizia a comprare i suoi stessi gionali.
"Mamma devo comprare un giornale"
"Quello suoi cartoni animati?"
"No mamma, un gionale di musica, dentro ti danno un cd"
(Ah i giornali che ti regalavano i demo, che bei ricordi)
Entrai dal giornalaio ed uscii con TRIBE
TRIBE, diciamocelo, era un giornale davvero orrendo.
Già il titolo TRIBE, la grafica verde e nera, quei cd che ti regalavano con dentro sempre le stesse canzoni dei Nickelback, che palle.
In cucina, con mia madre ai fornelli, inizia a sfogliarlo, nomi sconosciuti, qualcuno aveva troppi piercing, tizie con i capelli viola etc etc
E poi, ad un certo punto, l'inaspettato!
Paginone centrale con il poster di un aitante modello nudo, completamente nudo.
"Mammaaaaaaaaaa!"
"Cos'è questo! Perchè è nel giornale? Tu questo schifo non lo compri più!"
Cosa ci faceva un pene gigante nel mio TRIBE, giornale che innocentemente mi ero comprata per diventare una ragazzina esperta di musica?
Perchè mi hanno dato un pene di un trentacinquenne quando io volevo solo sapere qualche nome di qualche cantante famoso?
La mia prima incursione nel mondo del rock finì lì, con un pene gigante, una Elena di 11 anni imbarazzata e una madre sull'orlo di una crisi di nervi.
Arrivarono le medie, le prime cotte che vi ho già raccontato, i primi scontri generazionali e la voglia di crescere.
Personalmente volevo essere come Jennifer Lopez, ma secondo i miei compagni, ancora rincoglioniti dai Pokemon, la Lopez non era cool come Molella o Gigi D'Agostino.
Con i primi amori dovetti per forza riprendere in mano i miei rudimenti musicali, dovevo evolvermi.
Così, tra cd misti masterizzati, accozzaglie di Articolo 31, Green Day, Puff Daddy, Meganoidi, capitò di conoscere sti benedetti Nirvana.
Questa cosa del look sporco e il fatto che il pubblico era tutto femminile me li fece odiare dal primo momento.
Non capivo, Kurt era morto ma era come se fosse vivo.
Le tipe lo veneravano e ne parlavano come se fosse vivo, e sappiamo benissimo che questa cosa può succedere solo per Elvis e Tupac, gli altri sono tutti morti per davvero.
Così eccole lì, il gruppo delle darkettone, brutti vestiti, pessimi capelli unti, matita nera sotto gli occhi.
Ci ho provato anche io a 12 anni con la cosa della matita sotto gli occhi, ma già avevo uno spiccato senso delle proporzioni e capii che mi facevano occhi piccolissimi.
Nonostante la grafica dei loro dischi, i video dai colori saturi spaventosi e quella strana mania per i testi tristi anche io volevo provare cosa significasse essere Kurt Cobain e perchè tutti lo adoravano come un dio, così mi feci prestare da un mio amico il famoso libro "Diari di Kurt Cobain" fresco fresco di stampa.
La verità è un'altra: la mia migliore amica era innamorata di questo nostro amico così mi costrinse a leggere il libro in modo che ad ogni intervallo dovessi andare da lui e discuterne mentre lei poteva star li, con la sua matita nera sotto gli occhi, a sorridergli e basta.
Capite?
Accettai di buon grado il piano e lessi ste pagine di una noia mortale, di una tremenda voglia di morte, un libro creato apposta per quei deficenti dei miei compagni.
Geniale il retro copertina con la foto di lui da bambino, biondo e carino, perchè vederlo così felice ed innocente ti faceva pensare "ALLORA LUI ERA COME ME, ALLORA LUI SONO IO"
Ed è qui che Kurt vi ha fottuto, ed è qui che "Nevermind" ha vinto, facendovi dondolare come salami sotto quelle chitarrine, facendovi credere ribelli, facendovi credere liberi.
Mollai i Nirvana, chiusi per sempre con i giornali di musica rock (fino ai 15 anni), mi comprai Groove e il primo cd di Tupac e diventai una vera messicana.
Ma quello che ha davvero ucciso Kurt, quello che ne lui, ne la Geffen Records avevano programmato fu che Kurt divenne il nuovo Re della Smemo, il nuovo poeta tormentato delle ragazzine, il nuovo accumulatore di frasi da sparare.
Il nuovo dio delle copertine, dei poster, dei sogni ad occhi aperti.
E così nel 1994, per prevenire il peggio, si sparò un bel colpo, lasciandoci solo il mieloso ed inutile commento di un'intervista di Asia Argento che faceva più o meno così:
"Vidi Kurt a Roma pochi giorni prima della sua morte, stavo fumando una sigaretta e lui era li, silenzioso, avrei dovuto portarlo via in motorino"
ICON.
Qello che mi chiedo io è perchè la Geffen Records non festeggia Donna Summer?
Lei si che era grunge, che era contro tutti, lei che ha fatto delle canzoni indimenticabili, che vengono ancora adesso campionate dagli artisti pop di tutto il mondo?
Perchè la Geffen non festeggia Donna Summer eh?
Me lo dovete dire, una donna capace di andare da un uomo e dirgli in maniera molto schietta "Senti cerco roba che scotta stasera bello, vediamo di non scherzare, voglio un uomo selvaggio".
Perchè è quando un uomo ti promette grandi numeri letto e poi non li mantiene che bisogna spararsi, mica perchè si è troppo famosi.
Eddajè Kurt, lo sanno tutti.


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