Milano – “Voglio realizzare qualcosa che unisca, che ricordi a tutti che abbiamo una storia comune che vale più di ogni divisione”. A Emir Kusturica il cinema cominciava a sembrare piccolo e così ha deciso di fondare città. Dopo Küstendorf, città tutta in legno della Serbia occidentale dove girò La vita è un miracolo, ora è la volta di Andricgrad, nella Repubblica Serba di Bosnia: due ettari di terra da reinventare con cinema, un teatro, negozi, laboratori, un mercato e, se tutto va bene, anche un porto. Costo: 15 milioni di euro.
“Teatro di stragi e pulizia etnica durante la guerra, Andricgrad sarà un quartiere cinto da mura all’interno di Višegrad, la città del “ponte sulla Drina” protagonista dell’omonimo libro di Ivo Andric, una “zona franca” dove etnie, religioni e persino stili si fonderanno. E dove i giovani di tutto il mondo potranno incontrarsi” spiega il regista a Io Donna nel numero in edicola sabato 9 febbraio.
La storia stessa di Kusturica è indicativa di tutte le contraddizioni dell’ex Jugoslavia. Bosniaco e musulmano, lontano sia dal nazionalista Milosevic sia dal partito musulmano che vinse le elezioni in Bosnia durante la guerra, si rifugiò prima in Francia e poi a Belgrado, finendo nel 2005 per battezzarsi con rito ortodosso.
“Ma Andricgrad non ha nulla a che fare con questo” spiega. “Sarà un posto aperto a chiunque, a prescindere da etnia e religione. A settembre organizzeremo una grande fiera del libro e il primo ospite confermato è proprio Orhan Pamuk, un turco. In palio ci sarà anche un ricchissimo premio in denaro e la competizione sarà aperta a tutti”.