Magazine Diario personale

L -1

Da Icalamari @frperinelli

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Il limerick definitivo

Con questi versetti si chiuderà l’anno.

Se danzo mi acquieto. Se rimo mi danno:

Resterò sul blogghe

Mimando milonghe.

La festa è finita, gli amici sen vanno.

- Molto fine.

- Vero?

- Molto Califano, sì.

Quella che mi abita è un’anima, di fondo, insostenibilmente leggera. Spesso sto a bocca chiusa perché temo che mi scappi fuori per inseguir farfalle.

Dovrei chiudere anche gli occhi.

Invece, con la fissazione di non pestare merde, che a Roma sui marciapiedi abbondano, li tengo sempre aperti. E l’anima vola su, su, su. Raggiunge vette che Mike Bongiorno (almeno allora) se le sognava.

Poi torna indietro, da brava cucciolona, e mi riporta le sue novità, rimediandoci una pacca sul garrese.

L’ultima volta è finita nella parte più alta dell’atmosfera e si è scontrata nientemeno che con Braccio di Ferro. No, non proprio lui, ma con un palloncino che gli somigliava. E che cominciava a perdere elio da un buchino, si capiva perché da lì proveniva il tipico fischiettio, quel “tu-tuuu” della canzone che fa:

I’m Popeye the Sailor Man.

I’m Popeye the Sailor Man.

I’m strong to the finich,

Cause I eats me spinach.

I’m Popeye the Sailor Man.

- Ma è un limerick!

- Eh, gia. Lo aveva capito anche lei.

- Chi?

- L’anima, chi altri?

- E poi, cos’è successo?

È successo che, tutta attorniata dall’elio, si è divertita per un bel po’ a dire cretinate con la voce più acuta di qualche ottava, e poi… Si è messa a ballare.

E adesso che è rientrata in me, ancora non si ferma.

- Beh, auguri eh.

- Altrettanti a te, demonuccio. Tu-tuuu.


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