Cinque versi facili
L’esperto sa bene: “Chi dorme non compete.
Matusa, dai, lasciate perdere la quiete!
Sciogliete quella briglia,
Fomentate il parapiglia!”
Per me è scemo chi legge, e pure chi consiglia.
Il punto di partenza è una check list, l’ennesima di provenienza statunitense, stavolta a uso e consumo degli ultracinquantenni in crisi lavorativa.
Una classe superiore per numerosità, ma ormai fuori mercato, che dovrebbe attuare una strategia aggressiva per non farsi soffiare il posto dai più giovani -sempre di meno, e sempre più affamati di lavoro-.
Non posso negarlo, la mia prima reazione di fronte a titolo e vignette illustrative è stata quella che Kahneman ascrive al cosiddetto “Sistema 1”: rapida, non meditata, decisamente primitiva, e comprensiva di adeguato improperio. E non me la rimangio.
Però, quando ho finito di leggere l’articolo sul Corsera a firma di Antonio Pascale, che da tali indicazioni prende spunto per lanciarsi in un volo pindarico dei suoi, beh, ho provato un sentimento ambivalente.
Tutta la mia solidarietà a Pascale, che ha fatto sue le teorie di Kahneman e che, da firma illustre del primo quotidiano nazionale qual è, ha scelto senza battere ciglio di dare un taglio da “Sistema 2” (lento, che schiva luoghi comuni e conclusioni facili) all’articolo, lui che ha più volte concluso che non gli è il più congeniale per natura.
E, certo, se questi erano gli assunti di partenza:
- Fate tutto quello che ai giovani non va di fare, ma
- Siamo destinati a essere sostituiti dalle macchine
c’era poco da arrampicarsi sugli specchi. Il lavoro scarseggia e scarseggerà sempre di più. Corretto quindi insistere a chiedere alla politica (alla politica, sì, visto che ancora ha un ruolo in questa società) il classico “cambio di paradigma”, il dinamismo, le soluzioni nuove per parametri e linguaggio. Ma a mio parere Pascale si è fatto prendere la mano dal lirismo (per sua stessa ammissione ne ha diritto, per sopraggiunti limiti d’età) senza considerare che in questo paese nessuno fa (né la mantiene) carriera per merito, e che quei consigli, che sanno tanto di carità pelosa, potevano essere liquidati in cinque brutti versi, volendo neanche in rima, e neppure tanto cortesi.