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L’8 per mille non fa la felicità, Eminenza

Creato il 06 dicembre 2011 da Albertocapece

L’8 per mille non fa la felicità, EminenzaRosella Roselli per il Simplicissimus

“Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede” (Lc 12, 15).

Citerà questo passo di Luca l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola oggi, in occasione del suo primo incontro con la città di Milano nella basilica di sant’Ambrogio. Nella sua versione pop questo equivale a dire che il denaro non fà’ la felicità. Ed è davvero stupefacente, che la Chiesa, nella venerabile persona di uno dei suoi massimi esponenti, rivolga ancora una volta ai cittadini di Milano un appello alla sobrietà dei consumi, richiamando la società tutta a riconsiderare le priorità effettive e le autentiche necessità.

Beh, caro Arcivescovo -non so’ bene come rivolgermi a lei, data la mia poca dimestichezza con le gerarchie della Chiesa- la capisco e le do’ ragione. Negli ultimi anni ce ne siamo dimenticati tutti e troppo spesso. E c’è bisogno che qualcuno ce lo ricordi, specialmente ora che, come dice lei stesso, “la crisi morde”. Accidenti se morde, eminenza! Tanto che questo nostro Paese, così generoso da ospitare un intero Stato straniero -il Vaticano-, direi nel suo proprio cuore, ha dovuto rivedere nella sua quasi totalità il suo stile di vita, proprio come ci consiglia di fare lei da qualche tempo. Forse non se n’è accorto, eminenza. Ma le cose sono davvero cambiate, ci stiamo adeguando già da un po’, rinunciando anche al necessario insieme al superfluo, all’eccedente.

E sinceramente saremmo felicissimi, noi cittadini, che anche voi, la Chiesa tutta, rinunciaste alle troppe prebende accumulate, in anni -come forse voi li chiamereste- di vacche grasse, proprio in ragione della generosità di chi ci ha rappresentato. Sarebbe ora di rinunciare a privilegi incomprensibili e discutibilissimi, specialmente in questo momento.

Date un segno anche voi, restituiteci insieme all’equità tanto sbandierata e alla credibilità -la vostra soprattutto, troppe volte messa in discussione da commistioni in affari quanto meno opachi- ciò che da noi viene preteso in cambio della salvezza. Ridateci l’8 per mille, rinunciate all’esenzione dal pagamento dell’iCI, siate sobri davvero. Non continuate a predicare bene e a razzolare male.


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