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L'abbigliamento delle popolazioni barbariche

Creato il 17 giugno 2012 da Laurenv

I barbari non erano un popolo unitario, con un'unica tradizione e un'unica patria. I regni romani-barbarici erano molteplici e tali popoli avevano origini diverse.

Per parlare del loro abbigliamento, è necessario prendere in considerazione alcune differenziazioni: la diversità di clima e la latitudine, il maggiore o minore grado di "acculturazione", le origini e le tradizioni. Dunque è chiaro che i popoli che risiedevano in zone dal clima particolarmente freddo usassero pelli e pellicce, come ad esempio i Vichinghi, stanziati nelle attuali Norvegia, Svezia e Danimarca.

barbari-Vichinghi

Anche la lana era molto diffusa, anche in zone più temperate. Grezza o tinta in colori vivaci, ruvida e spessa oppure fine e magnificamente tessuta, essa si ritrova presso quasi tutti i popoli e in tutte le latitudini. Mentre il lino era impiegato per confezionare biancheria intima e per realizzare vesti leggere e fresche, come quelle adottate dai Longobardi, residenti nell'Italia meridionale.

barbari-longobardi

Per quanto riguarda l'abbigliamento , il capo base del guardaroba barbarico maschile era una corta tunica aderente di tela, piuttosto grossolana, stretta in vita da una cintura di pelle, spesso arricchita da cinghiette pendenti, di derivazione orientale.

Le gambe erano coperte da brache corte, trattenute da fasce, oppure da una sorta di calzoni in pelle o tessuto stretti sulle gambe con legacci di pelle incrociati.

Alcune popolazioni, come i Longobardi, indossano anche delle particolari mutande, i femoralia. Per proteggersi dal freddo si adottavano ovunque mantelli di varia forma e ampiezza, realizzati in lana pesante e trattenuti su una spalla da fibule e spille.

Molto eleganti appaiono gli Ostrogoti di Teodorico, cresciuto nella raffinata Costantinopoli. Tracce della moda imperiale si ritrovano nelle tuniche aderenti con le maniche lunghe, in lana o seta variopinta; nelle clamidi trattenute sulla spalla destra da fibule cesellate.

barbari-ostrogoti

In Francia, durante il periodo Merovingio, comparve la gonelle, una tunica in lino lunga fino al polpaccio, con l'orlo ricamato, che poteva essere stretta in vita da una cintura.

Probabilmente negli anni a ridosso della fine dell'Impero Romano le donne indossavano una semplice gonna lunga fino alle caviglie, stretta in vita da un laccio ed una blusa con maniche lunghe fino al gomito.

Si dice che le fanciulle longobarde ricevevano dal promesso sposo la crosna, una sopravveste da indossare sopra la tunica che doveva essere restituita al donatore dopo le nozze.

Quando le popolazioni barbariche entrano in contatto con i più raffinati ex-sudditi dell'Impero Romano, il guardaroba si arricchisce: si adottano tuniche della linea piuttosto aderente e dalle maniche lunghe, realizzate in lino o lana sottile; al di sopra si indossa una sopravveste dalle maniche leggermente più corte ma dalla linea svasata, di lana, o nel  caso delle nobildonne di seta variopinta e ricamata lungo i bordi. A completare l'abbigliamento l'indispensabile mantello, lungo fino alle caviglie, chiuso al colloda una o più fibule.

Le scarpe rispecchiavano la latitudine alla quale viveva la popolazione: sandali aperti per chi abitava in paesi caldi; calzari in cuoio, stivali in pelle che arrivavano al polpaccio e alti stivali imbottiti con pelliccia per chi abitava nei paesi freddi. Le calzature di nobili e sovrani erano arricchite da decorazioni, intarsi in metallo e pietre dure.

barbari-visigoti

I barbari usavano tenere le chiome lunghe ed incolte lasciate libere sulle spalle. Le chiome maschili erano lunghe e scriminate al centro della testa, ma solo sulla parte superiore del cranio e delle tempie: la nuca era infatti rasata e barba e baffi erano generalmente lunghi.

Anche i capelli delle donne erano lunghissimi e oggetto di innumerevoli cure. Potevano essere lasciati sciolti sulle spalle oppure scriminati al centro della testa e raccolti in due trecce lunghe. In epoca più tarda diventa di uso comune il velo, in lino finissimo, appuntato sulla sommità del capo per mezzo di aghi crinali.

Ma i popoli barbari erano anche dei bravissimi orafi. Realizzavano fibule su base metallica in oro o argento, decorate con pietre dure o preziose. I castoni erano di varie forme, tra cui a cuore e a goccia.

Carattristiche della loro oreficeria è la tecnica del niello: i solchi incisi nel metallo erano riempiti con una pasta di colore nero, il nigellum.

Molto diffuse erano anche le crocette in lamina d'oro che venivano cucite sugli abiti come simbolo cristiano di salvazione, oltre che come motivo decorativo.

fonte: "Le Arti della Moda" di Anna Florenzi.

 

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