Laura e Luca non hanno figli e hanno accolto Enrico due anni fa, quando aveva 10 anni. E’ un bambino con una storia difficile, come molte di quei minori che vengono allontanati dalla propria famiglia.
Enrico è un bambino molto intelligente, ma anche sofferente per la sua difficile storia. Laura e Luca a volte si sentono sulla sua altalena emotiva: il bambino alterna momenti di vicinanza e coccole, ad altri dove fa tanto fatica a fidarsi dei genitori affidatari perché è stato deluso. Che emozione però alla Festa del Papà, quando Luca ha trovato vicino alla tazza della colazione un trofeo come “papà migliore del mondo”! Enrico sa benissimo dentro di lui che Laura e Luca sono i genitori affidatari che lo stanno crescendo, ma che lui ha la mamma e il papà naturali che faranno sempre parte della sua vita.
Il progetto di affido di Lucia e Marco è partito come famiglia d’appoggio alla piccola Giulia che aveva 5 anni e si trovava in comunità con la sua mamma. La madre ha poi intrapreso un progetto di autonomia e Giulia ha avuto bisogno di una famiglia affidataria a tempo pieno. La bambina è stata accolta anche dai figli naturali con molta naturalezza e il figlio più grande con spontaneità ha detto: “il segreto è fare come se fosse stata sempre con noi, non come una sorella che è arrivata, ma che c’è sempre stata”. Anche Giulia vive con naturalezza il fatto di avere due famiglie.
Ma perché una famiglia con o senza figli, una persona singola dovrebbero aprirsi all’esperienza dell’affido familiare?
Avendo ad oggi preparato quasi 150 famiglie a questa scelta, possiamo dire come operatori de L’Albero della Vita (www.alberodellavita.org) che i motivi sono i più diversi: il desiderio di restituire ad un bambino meno fortunato tutto l’amore, i valori, la quotidianità costruita all’interno della propria famiglia; la sensazione di avere un surplus di dedizione, attenzione, cura da dedicare a uno o più minori in difficoltà; la comprensione profonda di poter contribuire non solo al benessere di un bambino, ma a quello di un intero nucleo familiare, per permettere ciò che in ogni affido si dovrebbe sperare: un ricongiungimento del bambino con i propri genitori. Le coppie con figli vedono nell’affido un modo per insegnare anche a propri figli il valore dell’accoglienza e dell’apertura familiare. Le famiglie possono avere anche bisogni propri: il desiderio di sperimentare una genitorialità che non si è potuta concretizzare in altri modi, il bisogno di fare un’esperienza che faccia sentire di dare il proprio contributo alla società, il pensiero di fare un’esperienza gratificante e arricchente alla quale però è necessario prepararsi nel migliore dei modi.
Molti bambini e ragazzi aspettano una famiglia affidataria!
Il prossimo percorso formativo per aspiranti famiglie affidatarie partirà a Milano, via Pisani 13, il 5 Maggio 2015. Prima dell’inizio è necessario fare dei colloqui preliminari con l’Equipe Affido. Chi è interessato può contattare la Dott.ssa Annalisa Ceglia, psicologa dell’Equipe, al numero 3313316525 o scrivere a [email protected].
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