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L'abito e la nostra (malata) psiche

Creato il 15 marzo 2011 da Lollo
     "AD OGNI VOSTRA DOMANDA,
   UNA MIA PEZZENTE RISPOSTA"
Caro Lollo non ho una vera e propria domanda per te, è più che altro uno spunto, ripensavo a uno degli esami che ho dato recentemente. Chiacchierando con un'amica aspettando il nostro turno mi ha detto che in quel momento indossava la sua "divisa da esame", in pratica ha un outfit invernale e uno estivo che si mette ad ogni esame. la sua è una cosa più che altro scaramantica, ma mi ha fatto riflettere, è possibile che un certo abbigliamento "influenzi" la nostra psiche?
Carlotta.
Mia affezionatissima e fedelissima Carlotta, almeno la tua amica ha superato brillantemente gli esami? Altrimenti questo suo attaccamento alla “divisa da esame” non può essere giustificato tutte le volte. Riflettendo sulla tua domanda mi sono venute in mente tante occasioni in cui scegliere il modo di abbigliarsi diventa una piccola analisi del proprio umore, del proprio “Io-modaiolo-sfaticato-che-stress-vestirsi”. Io per esempio quando piove ho scarso interesse nell’essere ben vestito, devo essere solo comodo, cercare di attraversare la città senza una canoa e magari avere delle scarpe non dico impermeabili ma nemmeno in carta di riso. Evento che sistematicamente delude le mie aspettative. E’ possibile come suggerisci tu, che in realtà a scegliere gli abiti sia la mia psiche, influenzata dalle condizioni meteorologiche. Nulla di più sensato, in quanto sono l’essere più insopportabilmente meteoropatico dell’emisfero boreale. Quando c’è il sole, la primavera, al mare, ci si veste meglio, più colorati, più allegri e vitali, i colori esplodono e anche la sicurezza che stipiamo in noi stessi risulta più accentuata. Spesso per gli esami mi capita di scegliere una camicia che ha assistito ad un trenta, o che semplicemente mi infonde sicurezza perché fa parte della mia top 5, credo sia una normale attitudine alla ricerca di positività. La si può trovare in un paio di scarpe costose, in una sciarpa portafortuna o addirittura in un amuleto semi-magico comprato in qualche mercatino indiano. Siamo tutti esseri paranoici e dediti al culto della sfortuna che per quelli come me è una sorta di sorella siamese, mi sta attaccata alle calcagna e non mi molla nemmeno quando devo andare a fare la spesa. E’ colpa sua se trovo sempre il carrello che pende a sinistra facendomi investire la signora ottantenne con la protesi all’anca. Mi sorge una curiosità, la tua amica ha un’ancora di salvezza in caso due esami siano troppo ravvicinati per potersi vestire allo stesso modo? Un bel problema delle sessioni troppo striminzite. Anche per un primo appuntamento o per una serata in cui l’aggancio è l’obiettivo ultimo bisogna considerare l’aspetto dell’estetica. Non avete un paio di jeans stretti come una morsa d’acciaio con cui vi vedete slanciate e filiformi? Quelli sicuramente li metterete in occasioni di serate mondane, vi vedrete carine accalappiando qualche lumacone nelle zone limitrofe. Una mia carissima amica sostiene di esser corteggiata solo quando indossa qualcosa di indecente e abbinato in maniera improponibile, come un suo calzettone rosa su scarpe marroni. Ma ha superato se stessa riuscendo a sedurre un ragazzo vestita da clown. Standing ovation. L’abito non fa il monaco, nemmeno l’imprenditore e tantomeno il ricco aristocratico. Fa solo il pezzente, come nel mio riuscitissimo caso.

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