Magazine Diario personale

L’abito, il monaco e la scroccona

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Un mese fa, stavo facendo il classico trasloco che mi colpisce ogni anno o quasi. Era mattino. Avendo dormito nella casa che stavamo liberando, ma essendo rimasti senza cucina, già smontata il giorno prima, siamo andati al bar vicino casa per fare colazione. Io do ragione a chi dice che la colazione è il pasto più importante del giorno, e senza quella io non riesco a partire.

bar

Non eravamo vestiti male, non eravamo semplicemente eleganti. Io avevo un paio di militari corti, le Converse All Star di qualche anno – che avevo già comprato con l’effetto invecchiato, presente? – una t-shirt senza maniche e la barba di qualche giorno. Mia moglie una t-shirt nera e un paio di pantaloncini comodi.

Entriamo al bar, che ripeto, è quello vicino a casa dove siamo andati per quasi due anni occasionalmente, e diamo il buongiorno. Ci guardano appena e non rispondono. Quando andiamo al bancone, ci servono, senza sorrisi, in modo sbrigativo. Con gli altri clienti, invece sorrisi e saluti. Non ci voleva un genio nel capire che vestiti com’eravamo, davamo l’impressione di due poveracci, e forse temevano pure che non avremmo pagato il conto.
Invece, come ho sempre fatto, quando abbiamo finito abbiamo preso i piattini e le tazzine e siamo andati al bancone a portarle. Poi abbiamo pagato i nostri 4€.

monaco

La cosa divertente è stata la scena di una delle bariste che si è resa conto che una tizia, invece, è uscita senza pagare. Ben vestita ha sbafato la colazione e se n’è andata.
Voglio dire, sembrerò uno straccione, ma io sono uno dei pochi che ti riporta i piattini e saluta quando entra e quando esce, e se non ho soldi, io non entro.


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