L’accento grafico è un segno paragrafematico usato in aggiunta a una lettera dell’alfabeto.
Gli accenti grafici presenti nell’ortografia italiana sono tre:
- accento grave ( ` ), presente sui suoni vocalici più aperti: à, è (/ɛ/), ò (/ɔ/), ma si trova normalmente pure su ì e ù anche se sono vocali “chiuse”.
- accento acuto ( ´ ), segnala i suoni vocalici più chiusi, o meglio dal timbro più chiuso: é (/e/) e ó (/o/) e nelle grafie più ricercate í e ú.
- accento circonflesso ( ˆ ), oggi possibile solo sulla î e in determinate parole, è tipico anch’esso di un tipo di grafia piuttosto ricercata o specialistica; un tempo invece era possibile anche sulle altre vocali (â, ê, ô, û), ma perlopiù in ambito poetico e con finalità distintive o per indicare la contrazione di una parola.
NELLA SCRITTURA di un testo/racconto/romanzo è bene aver chiaro che gli accenti grafici non sono un’opinione, qualcosa di trascurabile o a libera interpretazione. Di seguito un breve elenco a opera di Alexia Bianchini su come utilizzare gli accenti:
- Le vocali i, o, u vogliono sempre l’accento grave (però, giù, partì).
- La vocale e può avere l’accento acuto (viceré) o grave (piè).
- Vogliono l’accento grave: è (voce del verbo essere); i nomi di origine straniera (tè, caffè, canapè, narghilè); i nomi propri (Noè, Giosuè, Mosè); le parole cioè, ahimè e piè nella formula “a piè di pagina”. E’ partito alle due e trenta. ” Scrivere È con l’accento, non con l’apostrofo: terza voce del verbo essere.
- Vogliono l’accento acuto le voci verbali tronche (poté, ripeté), i composti di che (perché, giacché, benché ecc.) e di tre (ventitré) e i monosillabi sé (pronome, ma nel caso di se stesso l’accento non va messo) e né (congiunzione).
Ricorda:
dà (voce del verbo dare)
da (preposizione)
di (preposizione)
dì (giorno)
sì (avverbio affermativo)
si (pronome)
là (avverbio)
la (art. e pronome)
lì (avverbio)
li (art. e pronome)
né (congiunzione)
ne (pronome)
sé (pronome)
se (congiunzione)
do (verbo)