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L’acero palmato, un soffio d’riente

Creato il 04 novembre 2014 da Speradisole

L’ACERO PALMATO, UN SOFFIO D’ORIENTE

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La decorazione di ampio terrazzo in un attico di fronte a casa mia, e che vedo dalla finestra dello studio, è attualmente in corso. Stanno mettendo, lungo il lato che vedo, alcuni cespugli tra i quali spicca un albero un po’ più alto.

Ho notato che si tratta di un acero palmato, con splendide foglie rosse che, per il momento, sono ancora attaccate ai rami, dai quali, ogni tanto, una foglia cade, volando per l’aria, come un grande fiore rosso.

Come sempre le “cose belle” della natura mi incuriosiscono particolarmente e sono andata alla ricerca di alcune notizie di questo albero molto decorativo e bello da vedere, anche da lontano.

Si tratta di un albero dal fogliame leggero, cresce lentamente e si accontenta di un vaso che può stare in un piccolo spazio.

Tra le tante specie di acero, oltre a quelle europee e a quelle americane, esistono le orientali e, tra queste, alcune che, pur avendo le fattezza di un albero, si mantengono di piccole dimensioni. È il caso dell’acero palmato (Acer palmatum) che solo dopo 20-30 anni di coltivazione sfiora due metri di altezza e di diametro. Il nome botanico deriva dall’aspetto delle foglie, suddivise in 5-7 lobi appuntiti.

Come tutti gli aceri, anche il palmato perde le foglie con l’arrivo del freddo, e per la diminuzione della luce, per cui non bisogna preoccuparsi se, al momento dell’acquisto autunnale, l’acero ha una chioma esigua. Tuttavia occorre controllare che abbia una forma armoniosa con rami radi e ben distanziati tra di loro.

Esige acqua, ed il proprietario dell’attico, dovrà controllare che l’umidità del terriccio sia costante, non dovrà lasciare mai inaridire il terreno, ed evitare, nel contempo, i ristagni d’acqua. Quindi bagnare poco nei mesi freddi, quando l’acero è senza foglie e aumentare la frequenza e l’abbondanza delle irrigazioni man mano che si procede verso l’estate.

I botanici consigliano di scegliere un angolo del balcone a mezz’ombra. Il che significa che, da primavera e per tutta l’estate, le foglie delicate dell’acero non tollerano il pieno sole dalla tarda mattinata fino a metà pomeriggio. Ma l’acero messo nell’attico è in pieno sole, e non solo, ma esposto al vento, di conseguenza le foglie delicate potrebbero subire danni.

Può stare all’aperto, d’inverno, senza subire danni, non importa fasciarlo con teli di plastica. Regge il freddo.

Il vasi migliori per questa pianta sono quelli di terra cotta o di gres smaltato, quello che vedo dalla finestra, sembra di cemento. Forse andrà bene anche quello perché, immagino, che chi sta approntando tutta la decorazione vegetale dell’attico, sia un intenditore.

I danni peggiori alle foglie sono provocati dal seccume per mancanza d’acqua e dalle bruciature causate da raggi solari troppo intensi. Spero che ciò non succeda. Mi dispiacerebbe perché, dopo anni che quel terrazzo è rimasto senza niente, vederlo ora con cespugli ed alberi è molto bello.



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