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L’acqua di Bologna

Creato il 20 gennaio 2011 da Progettiambiente

L’acqua di BolognaIl ciclo dell’acqua, il percorso dallo stato liquido a quello solido a quello gassoso e così via è un processo delicato che con il suo casuale equilibrio dona la vita al pianeta e permette le più semplici attività degli esseri umani. Così anche lavare i piatti fa parte del ciclo dell’acqua, come fare il tè e tirare l’acqua. Per un bene come questo le dinamiche sociali sono sempre più compenetrate con quelle biologiche, con condizionamenti vicendevoli marcati dal cambiamento climatico, che risulta essere il più grande disturbatore, insieme all’uomo, del ciclo.

Lo studio qui presentato prende in analisi Bologna, una delle più importanti città italiane, mettendo in luce gli aspetti socioeconomici attraverso il noto schema DPSIR.

I dati raccolti mettono prima in luce i cambiamenti climatici dagli anni ’60 ad oggi, presentati con soluzioni grafiche in riferimento ai dati meteorologici ufficiali, registrando un sensibile aumento dell’evapotraspirazione a fronte di una diminuzione delle precipitazioni, con conseguente inaridimento dell’area. L’area bolognese, dati alla mano, nel 2009 ha fra l’altro subito una precipitazione di 36.462.405.000 metri cubi annui.

Altri dati importanti sono quelli relativi al tasso di estrazione dell’acqua, che nella città provoca il fenomeno della cosiddetta subsidenza, ovvero lo sprofondamento del suolo a causa dell’eccessivo emungimento delle acque sotterranee, che nella città provoca fra le altre cose alcuni danni nel centro storico, sebbene non raggiunga livelli di emergenza simili a quelli di altre città del mondo (per esempio, Shanghai).

Dall’analisi risultano punti di forza per la città la presenza di un clima umido e una forte disponibilità di acqua dal bacino idrografico del Po, dalle cui variazioni però sarà molto dipendente la disponibilità di acqua nel futuro della città . Altri dati positivi sono relativi alla diminuzione del consumo domestico, un ottimo trend non comune a tutte le città italiane, che testimonia la storica responsabilità civica cittadina. Anche relativamente alla qualità dell’acqua, quella della falda bolognese risulta essere di pari rango alle acque in bottiglia, rendendo l’acquisto di queste ultime superfluo per i cittadini. Anche la produzione di energia elettrica a partire dal riutilizzo dei rifiuti di depurazione pone a favore del management locale.

Fra le debolezze si registra una certa pericolosità di inquinamento delle falde con nitrati, anche a causa dell’agricoltura meccanica di larga scala nell’area circostante, dell’inquinamento industriale e della generale urbanizzazione. Legato al fenomeno della subsidenza si sono registrati anche casi locali di rigurgito delle falde, infine il restringimento dei letti dei corsi d’acqua si ricollega a una certa pericolosità di inondazioni in determinate aree della città. Dunque per il futuro le minacce al ciclo idrico di Bologna saranno relative ai crescenti fenomeni di subsidenza e inondazione, nonché problemi alle costruzioni ed eccessiva estrazione, tutti temi interrelati fra loro.

Per leggere i dati nel report completo (in inglese)  è sufficiente scaricarlo al seguente link. Lo studio è stato svolto da Samuele Falcone, Valentina Preti e Xia Wei presso l’International Master Degree in Environmental Assessment and Integrated Management in Urban Areas in corso a Shanghai.

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Per richieste (in caso di espirazione del link) e utilizzo del materiale si prega di contattare gli indirizzi mail [email protected] o [email protected]

Autore: Samuele Falcone


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