Carica, energia, divertimento. Chi se non Eugene Hutz e i suoi Gogol Bordello potevano soddisfare le aspettative di un pubblico assetato di emozioni. La serata conclusiva dell’«Acqua in testa» ha portato in scena oltre due ore di concerto della band più world del momento (con i suoi dieci elementi provenienti da ogni angolo del globo), che, senza costringere il pubblico a lunghe invocazioni, concede non un bis, ma un tris di esecuzioni dal vivo, tra violino, fisarmonica, basso, chitarre e percussioni, tra folk e hardcore.
Divinità del gipsy rock, con un leader molto richiesto anche dai set cinematografici, i Gogol Bordello interpretano sul palco, al contrario, la parte degli anti-divi e non lesinano al pubblico una dose spropositata di calore umano oltre che i migliori brani della loro discografia, da «Not a crime» a «Alchool», da «Start wearing purple» a «Wonderlust King». E, finito il concerto, alcuni componenti della band si mischiano nel pubblico e ingaggiano pure danze romantiche col gentil sesso durante l’ammaliante dj set finale dei salentini Insitesi e Mascarimirì. Una serata iniziata con i migliori auspici, dato che Camillorè e Folkabbestia, le migliori band del panorama folk d’autore barese, hanno anticipato la line-up internazionale.
Anche loro, le band locali, si sono fatte valere davanti a un pubblico importante, per numeri ed entusiasmo.
Così i classici dei Folka, come «Tammuriata a mare nero» e «La festa di Gigin» hanno immediatamente preceduto la performance dei Gogolo Bordello. Il risultato: un tripudio di divertimento. All’uscita tanti i sorrisi di soddisfazione dei fan.
Fabrizio Sereno
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