Giovan Battista Piranesi, acquaforte delle Carceri
L'acquaforte è una tecnica di incisione destinata alla stampa; su una lastra metallica, generalmente in rame o zinco, ricoperta da uno strato di cera (o vernice), si riporta il disegno incidendo la superficie con una punta d'acciaio, asportando la cera e scoprendo così il metallo. Immersa la lastra in una soluzione di percloruro ferrico (se di rame) o in acido nitrico (se di zinco), questo, corrodendo il metallo non protetto nei solchi incisi, forma il disegno sulla lastra. Tolta dall'acido e liberata dalla cera, la lastra è pronta a ricevere l'inchiostro nei solchi e riportarlo sulla sulla carta. Rispetto all'incisione a bulino, l'acquaforte, in relazione ai tempi di esposizione all'acido, alle punte e alla quantità di inchiostro, crea nella stampa effetti di varietà, di profondità e di ampiezza di linea che danno luogo a risultati formali più vari e complessi. Secondo Filippo Baldinucci (1681) "l'acquaforte da intagliare in rame" è l'acqua composta di aceto bianco, sale comune e verderame bollito. Nata come tecnica decorativa per le armature in metallo, fu adottata come forma artistica autonoma alla fine del XV secolo. Il primo che utilizzò questo metodo per ottenere una stampa fu Daniel Hopfer di Augusta, in attività nei primi decenni del Cinquecento e la prima acquaforte datata è stata realizzata dall'orafo svizzero Urs Graf nel 1513. Anche il celebre pittore tedesco Albrecht Dürer incise un buon numero di acqueforti su lastre di ferro tra il 1515 ed il 1519.Nel Seicento l'acquaforte raggiunse un elevato livello di tecnica e di raffinatezza artistica, grazie al contributo di Rembrandt e delle sue oltre trecento incisioni. Anche il francese Jacques Callot e lo spagnolo José de Ribera si misero in evidenza in questo secolo, così come Antoon van Dyck.In Italia, nel XVIII secolo, soprattutto a Venezia sorse una produzione di ottima qualità, basti ricordare la serie dei Capricci del Tiepolo, delle Vedute del Canaletto, nei quali all'abilità tecnica si associò una grande inventività mentre, in Europa, Francisco Goya raggiunse livelli di pregevole qualità.Agli inizi dell'Ottocento, l'opera di Bartolomeo Pinelli chiuse un'epoca, quella dello specialismo, visto che in seguito l'acquaforte passerà nelle mani di artisti che si cimenteranno in modo saltuario. Nonostante questa perdita di interesse nei riguardi della tecnica, dopo la seconda metà dell'Ottocento l'acquaforte visse un breve nuovo periodo di floridezza, soprattutto in Francia grazie a Degas, Manet e all'americano Whistler.Tra i rappresentanti di spicco dell'arte del Novecento che si sono dedicati all'acquaforte vi sono: Giorgio Morandi, Picasso, Chagall, Federica Galli e Giorgio Reverdini.Ancora oggi è una tecnica in uso agli artisti, seppur sporadicamente.