mag 5, 2014 Scritto da Matteo Ferraro Pelle
Le diavolerie elettroniche si sono impossessate delle nostre auto: che si tratti di “roba” utile come i controlli di stabilità o l’ABS o di cose di cui neanche notiamo la presenza, non fa differenza, in ogni istante in cui siamo dietro al volante c’è un computer che veglia diligentemente su di noi.
Uno dei sistemi che si è diffuso a macchia d’olio è lo Start&Stop, ovvero quel programma della centralina che spegne il motore quando l’auto è ferma e il cambio è in folle. Mentre i guidatori della vecchia generazione spesso abusano del tasto per disattivarlo, alcuni sostengono che il suo uso possa essere molto proficuo.
Prima di procedere oltre va fatta una doverosa considerazione: lo Start&Stop è nato col preciso intento di “fregare” il ciclo di omologazione dei consumi NEDC (New European Driving Cycle) che già di per sé è in grado di fornire informazioni molto fuorvianti. Il ciclo, infatti, prevede degli intervalli a vettura ferma col motore al minimo: il consumo in questi tratti, seppur molto ridotto, va a fare media con tutto il resto; spegnendo il motore a vettura ferma si possono ottenere “miglioramenti” sensibili sul ciclo, ma poi la realtà è sempre molto lontana dai numeri dichiarati.
Detto questo, è vero che nella guida urbana, spegnendo il motore alle soste, è possibile ridurre i consumi. Ma non è tutt’oro quello che luccica: un’auto dotata di Start&Stop ha bisogno di un motorino d’avviamento dedicato, per rendere rapide le ripartenze, e che sia in grado di resistere ad un numero di avviamenti molto più elevato di quanto accada senza. In seconda battuta la batteria deve essere specifica e deve poter sopportare molti cicli di carica/scarica ed avere un sufficiente “spunto” per alimentare un sistema di avviamento più potente. Ultimo, ma non ultimo, anche l’alternatore può trovarsi a lavorare di più di quanto faceva una volta e, ammesso e non concesso che non richieda particolari cure, comunque finirà per gravare di più sul motore al fine di mantenere la batteria carica a sufficienza.
In parole povere non è raro che lo Start&Stop, nell’uso quotidiano, può fare più danni che altro, e se lo si disattiva e basta, ci ricorderà della sua presenza al momento di comprare una nuova batteria, ad un prezzo più elevato di una normale.
Cosa fare dunque? Sicuramente lo Start&Stop è da evitare sulle auto che raramente vengono usate in città, in quanto inutile. Per le citycar c’è da valutare: quelle diesel richiedono sistemi più potenti, a causa del motore più pesante, e garantiscono risultati marginali in quanto il motore diesel al regime minimo consuma un’inezia; per contro su un’auto a benzina può tornare utile in quanto i componenti hanno meno lavoro da svolgere, vista la ridotta inerzia dei piccoli motori a benzina, e il risultato più evidente.
In ogni caso si può risparmiare molto più carburante semplicemente cercando una guida più tranquilla, che sfrutti il freno motore invece delle “staccare” all’ultimo all’incrocio, come se fosse la chicane di Monza. I sistemi elettronici possono essere validi aiuti, ma non possono sostituire una guida attenta e consapevole.