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L'affresco

Creato il 09 gennaio 2014 da Artesplorando @artesplorando

L'affresco

Perticolare di affresco pompeiano

Come primo post di questa nuova rubrica voglio partire da una tecnica pittorica molto antica e molto resistente: l'affresco. I primi esempi sono della civitlà Minoica del XVI secolo a.C. per poi diffondersi nell'arte etrusca, greca e romana. Gli affreschi pompeiani sono uno splendido esempio nell'ambito della pittura romana, arrivati fino a noi praticamente intatti.Avrà poi fortuna continua nel medioevo e nel Rinascimento fino ai giorni nostri, perdendo importanza e frequenza con l'introduzione di nuovi colori per la pittura murale, resistenti e più semplici da usare.
Gli artisti che utilizzarono questa tecnica al meglio vanno da Giotto a Piero della Francesca, a Michelangelo, a Raffaello, con esiti straordinari, che unirono capacità tecniche a capacità artistiche e compositive.
Ma esattamente di che cosa si tratta? L'affresco è una pittura eseguita su intonaco, appunto ancora fresco, di una parete: il colore ne è chimicamente incorporato e conservato per un tempo illimitato. I pigmenti generalmente di origine minerale stemperati in acqua vengono applicati direttamente sull' intonaco. Si compone di tre elementi: supporto, intonaco, colore.
  • Il supporto, di pietra o di mattoni, deve essere secco e senza dislivelli. Prima della stesura dell'intonaco, viene preparato con l'arriccio, una malta composta da calce spenta o grassello, sabbia grossolana di fiume o, in qualche caso, pozzolana e, se necessario, acqua, steso in uno spessore di 1 cm circa, al fine di rendere il muro più uniforme possibile.
  • L'intonaco (o "tonachino" o "intonachino") è l'elemento più importante dell'intero affresco. È composto di un impasto fatto con sabbia di fiume fine, polvere di marmo, o pozzolana setacciata, calce ed acqua.
  • Il colore, che è obbligatoriamente steso sull'intonaco ancora umido (da qui il nome, "a fresco"), deve appartenere alla categoria degli ossidi, poiché non deve interagire con la reazione di carbonatazione della calce.

L'affresco

Michelangelo, Giudizio Universale, splendido esempio di affresco

La principale difficoltà di questa tecnica è il fatto che non permette ripensamenti: una volta lasciato un segno di colore, questo verrà immediatamente assorbito dall'intonaco, i tempi stretti di realizzazione complicano il lavoro dell'affrescatore, la carbonatazione avviene entro tre ore dalla stesura dell'intonaco. Per ovviare a questo problema, l'artista realizzerà piccole porzioni dell'affresco (giornate). Eventuali correzioni sono comunque possibili a secco, ovvero mediante tempere applicate sull'intonaco asciutto: sono però più facilmente degradabili.Per facilitare la realizzazione delle pitture a fresco, gli artisti facevano molti studi e disegni preparatori oppure disegnavano sinopie negli strati sottostanti. La sinopia è un disegno preparatorio alla stesura vera e propria del colore. Era stesa a pennello con terra rossa di Sinope (da qui il nome) prima sull'arriccio e poi sull'intonaco, e riproduceva in modo preciso le figure dell'affresco. Nel Rinascimento vengono introdotti i "cartoni preparatori" in cuo l'intero disegno preparatorio veniva riportato a grandezza naturale sul cartone. Le linee che componevano le figure erano poi perforate. Una volta appoggiato il cartone sull'intonaco fresco, era spolverato con un tampone intriso di finissima polvere di carbone; in tal modo la polvere, passando attraverso i piccoli fori, lasciava la traccia da seguire per la stesura a pennello. Questa tecnica è chiamata "spolvero", ma con il tempo venne impiegata esclusivamente per le parti del dipinto che necessitavano maggiore precisione nell'esecuzione dei dettagli (come le mani, i volti, o alcuni particolari delle vesti). L'alternativa era fare delle incisioni dirette o indirette sull'intonaco fresco per abbozzare il soggetto da realizzare.
Più avanti magari approfondimeremo le tecniche ad affresco che nel corso dei secoli e delle civiltà che ha attraversato, hanno subito delle variazioni

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