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L'affresco #4: dal Cinquecento ai giorni nostri

Creato il 05 maggio 2015 da Artesplorando @artesplorando

L'affresco #4: dal Cinquecento ai giorni nostri

Michelangelo Buonarroti, Giudizio Universale- Cappella Sistina, 1536-1541

Quarta e ultima parte della storia dell'affresco, tecnica principe nella storia dell'arte. Le altre le trovate QUI.
Concludiamo oggi la breve storia dell'affresco parlando delle più alte vette che la tecnica raggiunse e il declino che ebbe fino ad arrivare all'età contemporanea.
Con il Cinquecento la pittura a olio conquista anche i supporti murari, ma per Vasari l’affresco è ancora «il dipignere piú maestrevole e bello; il modo piú virile e durabile» anche se, di riflesso, la tecnica tende a perdere alcune caratteristiche di trasparenza e luminosità del colore e a far uso sempre maggiore dell’impasto e del ritocco a secco (Armenini). Artisti che si cimentarono con questa tecnica nel XVI secolo sono Michelangelo che vi vedrà la pittura eroica per eccellenza, l'affronto diretto dello spirito e della materia, e resta fedele alla tecnica dell'affresco puro del quattrocento; Raffaello che porterà l'affresco ad un grado di ricchezza e di raffinatezza paragonabile alla pittura a olio; Giorgione, Tiziano, Veronese e Tiepolo in area veneta; Correggio a Parma e Sebastiano del Piombo tra Venezia e Roma.

L'affresco #4: dal Cinquecento ai giorni nostri

Raffaello Sanzio, la scuola di Atene, 1509-1511

Nel Seicento, stando anche alle chiare e precise indicazioni di Andrea Pozzo, si andrà via via prediligendo un intonaco meno levigato e piú granuloso, per conferire un effetto vibrante alla superficie dipinta. Si ricorrerà ampiamente allo sfumato; e, per schiarire le tinte, come bianco verrà di norma impiegata la calce miscelata direttamente ai pigmenti. In questo secolo avremo i Carracci e Pietro da Cortona che si distingueranno per utilizzo dell'affresco.La pittura a calce diverrà d’uso corrente tanto da assurgere a tecnica autonoma nel Settecento (Crespi) e, per il suo carattere di surrogato rispetto alla pittura a fresco, ci si riferirà a quest’ultima col termine «buon fresco». Dal Settecento, ultima grande stagione dell’affresco, le riscoperte di Ercolano e Pompei, l’enorme interesse che suscitarono, la ricerca della «tecnica perduta» dei Romani, spinsero a sperimentare nel campo della pittura a secco secondo criteri e ricette piú o meno personali: cera, olio e caseina, variamente impiegati e miscelati, furono i leganti preferiti. A parte brevi ritorni (i Nazareni), l’interesse per l’affresco decade sia nel corso dell’Ottocento che nel nostro secolo. L’estrema, brillante, impennata la si è avuta con le opere della scuola messicana negli anni’20.
Nel contemporaneo l'affresco viene di rado utilizzato, sempre più surclassato dai nuovi colori industriali che permettono una maggior facilità e velocità d'esecuzione (ne ho parlato QUI). 

L'affresco #4: dal Cinquecento ai giorni nostri

Diego Rivera, il mercato di Tlatelolco


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