L'agenda elettorale di Donne in ritardo

Creato il 06 febbraio 2013 da Motherbrave
Nel Paleozoico, quando andavo al liceo, la professoressa d'italiano mi definì "donna politica", semplicemente perché, in onore della continuità didattica, ero andata a protestare dal Preside perché non volevo che ci cambiassero per il secondo anno di fila l'insegnante di matematica. Ovviamente poi ci rifilarono un'insegnante diversa ogni nuovo anno fino all'esame di maturità. Questo la dice lunga sulle mie reali qualità politiche, che devo dire in molti mi attribuiscono, e non so veramente perché. Nel mio percorso civile, dai diciott'anni in poi, ho votato veramente di tutto, da destra a sinistra, senza mai passare per il centro peraltro. Una pazza schizoide insomma, che non può dare alcuna affidabilità in termini di ragionamento politico. Se vi siete chiesti da chi mai fosse rappresentato il famoso gruppo degli "indecisi", quel 20-30% degli Italiani che fanno vincere una volta la destra e una volta la sinistra, beh, eccone una indegna partecipante. Che poi uno dice: "Ma come cazzo fai a votare una volta a destra e una volta a sinistra? In quali valori ti riconosci?" Osservazione più che lecita. Io ho un animo di sinistra, ma raramente trovo una sinistra per cui votare. Ahimè. A mia discolpa però dico che non voto a destra da molti, moltissimi anni.
Adesso che siamo in piena campagna elettorale potevo io esimermi dal dire qualcosa di sinistra? No.
Ovviamente faccio osservazioni del tutto personali e criticabili, ma in quest'ultimo periodo mi sono saltate agli occhi alcune cose.
Tipo l'immagine di Ambrosoli, candidato alla Presidenza della Regione Lombardia per il PD, circondato da donne entusiaste che lo acclamano come uno dei California Dream Men.

Tipo che il rivoluzionario e giovane Movimento 5 Stelle candida pochissime donne 13% alla Camera e 28% al Senato. Meno di certi partiti di estrema destra, che le donne le vorrebbero tutte a casa a sfornare figli, e in effetti Grillo non è che si discosti poi molto da questo pensiero:

Tipo l'esclusione nel Lazio per le liste dei Radicali, perché contavano 5 donne e 4 uomini, per cui troppe.

Tipo Berlusconi che adotta una cagnetta.

Siccome questo è un blog e non un romanzo russo, sarò sintetica e affronterò questi casi uno alla volta, partendo, oggi, da Ambrosoli.
No, ma carino Ambrosoli eh. Veramente. A me piace. È in gamba, giovane. Conosco anche diversi suoi sostenitori. In gamba anche loro, onesti e con le idee chiare. Poi però vedo quella foto e mi assale lo sconforto. Vedo questo harem attorno al sultano. E improvvisamente quella faccia tanto pulita e quei modi gentili impallidiscono di fronte all'immagine di pappone che mi si fissa nel cervello. Faccio inconsciamente un paragone con Berlusconi, attorniato da veline e starlette in cerca di qualcuno che le mantenga, e me ne  dispiaccio. Me ne dispiaccio perché in realtà il PD è l'unico che lì rispetta le quote rosa, che si presenta con più del 40% di candidate donne, è l'unico che ci crede e che ha capito (se non altro per opportunità politica) che le donne stanno diventando un elettorato sempre più consapevole del suo potere.
Ma non posso fare a meno di pensare che manca ancora un tassello: finché il candidato rimane uomo, le donne saranno, per quanto numerose, sempre in secondo piano. Per carità, è già un grandissimo traguardo eh, ma proprio questo mi porta a puntare ancora più alto, a un'immagine forte di una Presidente della Regione donna. Di una Regione importante come la Lombardia poi.
Ecco, vi lascio il caso Ambrosoli come spunto, assieme anche a un consiglio per gli acquisti che piacerà  a chi è curioso di sapere, giorno dopo giorno, come cambiano le intenzioni di voto (ma non solo) anche durante il periodo di "oscuramento" pre elettorale: si chiama PoliticApp ed è attualmente la app più scaricata dagli App store.

L'ha fatta SWG assieme a Nativi, un gruppo di giovani esperti in comunicazione a cui voglio molto bene. E finalmente ho detto una cosa carina.

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