L’Agenzia delle Entrate mappa l’Italia per contrastare l’evasione fiscale

Creato il 06 aprile 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Dagli “equilibristi” al “rischio totale”: l’Agenzia delle Entrate divide l’Italia in 8 aree per rafforzare la lotta all’evasione fiscale e migliorare i propri servizi.

La mappatura dell’Agenzia delle Entrate (agenziaentrate.gov.it)

E’ quanto emerge dall’indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco già presentata il 2 aprile al Senato dall’Agenzia. La mappatura del Paese, spiega l’indagine resa nota nei giorni scorsi, punta a “Comprendere i bisogni dei contribuenti e le realtà territoriali da amministrare e controllare e organizzare e pianificare le attività in modo differenziato sul territorio”. L’Agenzia, sulla base di ipotesi teoriche “a priori”, ha identificato una serie di aree tematiche sulla base della dimensione del bacino, della pericolosità fiscale, della pericolosità sociale, del tenore di vita, della struttura produttiva, della tecnologia e servizi e delle infrastrutture di trasporto.

Per realizzare la ricerca é stato creato un data base con 245 variabili “desunte da fonti amministrative e statistiche” e “tramite analisi di correlazione e fattoriali sono state selezionate le grandezze maggiormente significative”. La procedura ha consentito di selezionare 36 variabili che sono state utilizzate nel calcolo. Sulla base di tutte queste informazioni, l’agenzia ha suddiviso le province italiane in otto gruppi cui ha attribuito titoli che assomigliano a citazioni cinematografiche: “Niente da dichiarare?”, “Stanno tutti bene”, “Gli equilibristi”, “Rischiose abitudini”, “Rischio totale”, “Non siamo angeli”, “L’industriale” e “Metropolis”.

“Metropolis” (le zone appunto metropolitane di Roma e Milano) si caratterizza per essere un’area con un “forte dinamismo della struttura produttiva, valori medio – alti relativamente al disagio sociale, bacino di contribuenti molto esteso e alto tenore di vita. La pericolosità fiscale, secondo l’agenzia, è “medio – alta”. “Gli Equilibristi” (centro Italia, in particolare viterbese e Umbria ma anche zone del Piemonte) hanno invece un “Modesto bacino di contribuenti, Medio tenore di vita e Media pericolosità fiscale. “Niente da dichiarare” (Campania e alcune province di Sardegna e Sicilia) hanno un Piccolo bacino di contribuenti, Alta pericolosità fiscale e Bassa ricchezza. Le “Rischiose abitudini”, per l’Agenzia, riguardano invece alcune province liguri e toscane, oltre a Latina e Pescara, hanno una ” Modesta struttura produttiva, una Medio – alta pericolosità sociale e un Medio tenore di vita e pericolosità fiscale. Secondo l’Agenzia delle entrate “Stanno tutti bene” al Nord, dall’Emilia al nord-est veneto friulano, ma anche in buona parte della Lombardia e del Piemonte. Le province in questione sono caratterizzate da un “Alto tenore di vita, Bassa pericolosità sociale e fiscale Medie infrastrutture produttive e di comunicazione. Per l’Agenzia infine, il ”Rischio totale” si annida al Sud (buona parte della Sicilia, della Campania della Calabria e della Puglia). Le province infatti, si caratterizzano per un’alta pericolosità fiscale e sociale e un basso tenore di vita.

Il nostro Paese, ha osservato il direttore Attilio Befera, in una recente audizione parlamentare “è, infatti, l’insieme di molteplici territori estremamente variegati per cultura, struttura produttiva e condizioni socio – ambientali, ed è necessario calibrare gli interventi in modo differenziato perché la condizione socio-economica è un fattore che influenza l’adempimento spontaneo”.

Incrociando i dati dell’Istat con la mappa dell’Agenzia delle Entrate si riscontra che ci sono 11,2 milioni di residenti nelle province “Rischio Totale”. Seguono i 9,4 milioni di cittadini di altri due gruppi: i “Metropolis”, ovvero i 7,1 milioni di residenti delle province di Roma e Milano, e i “Niente da dichiarare”. Ci sono poi 23,3 milioni di cittadini che abitano in province che il fisco considera tranquille: sono il gruppo “Industriale” e “Stanno tutti bene”.


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