L’aggressione a Oscar Giannino. La solita barbarie dei sinistri. Poi loro sono per la difesa della libertà di opinione…

Creato il 02 dicembre 2011 da Iljester

Per i sinistri il diritto alla libertà di opinione è un concetto estremamente relativo. Prima di affermare che qualcuno vanta tale diritto, per loro è assolutamente necessario accertare come quel qualcuno la pensa. Se la pensa come loro, allora il Qualcuno in questione ha il pieno diritto di esprimere la propria opinione in tutte le sedi: dai marciapiedi fino alle cattedre universitarie. Diversamente, no, perché siccome quel qualcuno è “fascista” (per i sinistri, chi non è sinistro e/o comunista è fascista), non merita di esprimere la propria opinione, e anzi glielo si deve impedire a tutti i costi. E questi costi possono essere (e sono stati), in alcuni casi, pericolosamente alti e definitivi.
Fortunatamente, per Oscar Giannino, il costo è stato più o meno quello della spesa di una massaia: un paio di uova e tre o quattro pomodori. Nulla di grave, dunque, per la sua incolumità fisica. Un po’ meno per il suo diritto a esprimere un’opinione che non piace ai saccenti sinistri, perché Oscar Giannino (giornalista d’area di centrodestra) non dice - ahi loro! - le cose che si vogliono sentire dire: e cioè che il mondo fa schifo per colpa di Berlusconi, che l’Italia è un puttanaio per colpa del centrodestra, che la gente di centrodestra è rozza e corrotta e che a sinistra si è antropologicamente e culturalmente superiori (ci manca solo l’esaltazione della sinistra come razza e allora siamo a posto), che i suoi blog e i suoi giornali sono di merda e dei venduti, e che chi vota a destra è un decerebrato la cui unica e massima aspirazione è vedere (nelle tv berlusconiane, of course) come andrà a finire il Grande Fratello.
Ovviamente le solite idiozie che solo i sinistri con un grado di istruzione pari a zero possono davvero pensare e credere. E del resto, poco c’entra se quegli stessi sinistri frequentano l’Università (appunto: frequentare non significa studiare). C’entra l’abisso di ignoranza ideologica che ottenebra i loro cervelli, riducendoli ai minimi termini. C’entra il pregiudizio alimentato dalla cattiva informazione dei giornaletti di sinistra, l’insegnamento partigiano nelle scuole, la TV faziosa (spesso pagata dalla collettività). E c’entrano i grossi interessi economico-politici che si annidano a sinistra e che non tollerano la ricchezza ideale che potrebbe in un qualche modo scardinare un assetto di interessi ormai ben radicato nella nostra società di benpensanti e ipocriti radical chic. C’entra infine l’incapacità profonda delle persone comuni con un forte condizionamento ideologico (a sinistra soprattutto, ma ne esistono anche a destra) di filtrare le notizie e valutarle per quello che sono: grosse bolle di fandonie atte a catturare il consenso politico e alle quali viene applicato (occasionalmente) qualche brandello di verità.
E il risultati poi si vedono negli estremismi di arrogante e becera intolleranza che si manifestano nei confronti di chi ha opinioni differenti e non si omologa come una pecora ignorante alla moda dominante di essere di sinistra perché è più figo e perché così sì che sei davvero una persona di cultura, difensore dei deboli, e soprattutto libera (libera nì, tollerante neanche per sogno).
Come spesso ho detto – e oggi ancor più di ieri ne sono convinto – l’Italia non è un paese realmente liberale e democratico. Esiste ancora una parte di opinione pubblica che non sopporta e rifiuta con odio l’idea che nel nostro paese ci siano persone che non la pensano allo stesso loro modo, e cioè nel modo che loro ritengono giusto e intelligente: di sinistra. In un certo senso, il concetto di resistenza e l’idea che chi non è di sinistra è un “fascista”, ancora predomina pervicacemente in questa parte di opinione pubblica, sapientemente giostrata e controllata dai grandi burattinai, i quali – sappiamo – prediligono questo genere di persone per la loro grande ottusità ideologica che li rende più malleabili e più sensibili al controllo sociale (pare la fantascienza di Orwell o Huxley, ma mica tanto).
Comunque sia, solidarietà piena a Oscar Giannino. Le cui opinioni – come quelle di un Belpietro, di un Feltri, di un Mauro o di uno Scalfari qualsiasi – potrebbero anche non essere condivisibili o condivise, ma che certo non per questo devono essere ripudiate e addirittura vilipese in nome di una quasi mitica libertà di opinione che contraddice in pieno (e sconfessa), con atti da pagliacci ignoranti, il suo stesso straordinario valore. Soprattutto in un contesto, come quello universitario, che ha proprio la funzione di garantire la libertà, l’incontro e la ricchezza delle idee.
La verità è che ancora una volta la sinistra ha dimostrato la vera sostanza della natura di molti suoi simpatizzanti, i quali fondano la loro pretesa libertà e democrazia sull’odio e sull’intolleranza nei confronti di coloro i quali non la pensa come loro. Il che mi rende ancora una volta orgoglioso di non appartenere a siffatta schiera di imbecilli patentati.

Fonte: Diredonna

di Martino © 2011 Il Jester 


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