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L’agricoltura intensiva contro quella familiare

Da Patrick9 @SpendoMeno
agricoltura intensivaL’Onu ha nominato il 2014 Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare per porre in risalto l’enorme potenziale degli agricoltori di piccola scala nella lotta alla fame e nell’uso sostenibile delle risorse.

Per l’occasione, Istituto Oikos, nell’ambito della campagna Food We Want, lancia un video (http://youtu.be/RCVWaGQDPKI) per stimolare la riflessione sui problemi creati dall’agricoltura intensiva e sui vantaggi legati all’agricoltura sostenibile.

Obiettivo del video, aiutare i consumatori di tutto il mondo a decidere quale tipo di modello agricolo sostenere: comprare il cibo “giusto” può voler dire rispettare i diritti dei lavoratori e dell’ambiente, tutelando anche il nostro benessere. L’agricoltura intensiva – denuncia Istituto Pikos – ha contribuito notevolmente alla perdita di sovranità alimentare, di biodiversità, all’inquinamento globale e alla diffusione di malattie.

Oggi le monocolture e le fonti fossili minacciano sia i consumatori che i coltivatori, soprattutto nei Paesi più poveri, dove le grandi società multinazionali acquistano ingenti superfici di suolo sottraendolo ai contadini.

Food We Want è una campagna di sensibilizzazione finanziata dall’Unione Europea che si svolge in 8 paesi (Italia, Polonia, Portogallo, Spagna, UK, Kenya, Mozambico, Tanzania), con l’obiettivo di condividere idee, promuovere soluzioni comuni e stimolare il dibattito sul futuro del cibo e su un’agricoltura più equa e sostenibile

(www.foodwewant.org).

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