La notizia della nascita di una nuova associazione di giocatori ha provocato l’immediata reazione dell’AIR, fino a ieri l’unico sindacato di categoria.
Dalle pagine di Solorugby, intervistato da Christian Marchetti, il presidente dell’AIR Stefano Di Salvatore lancia i suoi attacchi alla nuova “creatura”.
Secondo Di Salvatore si tratterebbe di una sorta di macchinazione dei procuratori e lo dice apertamente: ”non si sa se questa nuova struttura andrà in favore dei giocatori o, piuttosto, dei loro procuratori. A me sembra che dei 4 milioni promessi dalla Fir alle due franchigie una parte importante sarebbe gestita dai procuratori stessi”.
Difende l’ipotesi di una franchigia federale: “Questi ragazzi lo sanno o no che, se un domani gli Aironi venissero sostituiti da una franchigia federale avrebbero le spalle più che coperte? Oggi hanno il 60% delle spettanze garantite dalla federazione, il restante 40% garantito da fideiussioni bancarie. Domani? La verità è che il ruolo del procuratore nel rugby italiano sta occupando spazi sempre più ingombranti”.
Poi pone problemi di legittimità, diciamo così: “L’Air resterà al suo posto, sempre riconosciuta da Fir e Coni. Bisognerà invece vedere, con i primi passi che muoverà questa nuova organizzazione, se avrà lo stesso riconoscimento e se tutelerà davvero i propri associati come facciamo noi da anni. Curerà l’interesse generale o piuttosto di pochi?”.
Infine la minaccia di uno sciopero: “C’è la concreta possibilità che gli azzurri arrivino addirittura ad uno sciopero, rinunciando così alla tournée di giugno nel continente americano. Beh, questo esula assolutamente dalle convizioni che l’Air ha sempre portato avanti in tutti questi anni”.
Ora, io non sono né un avvocato difensore né un rappresentante del nuovo sindacato, però qualche domanda le parole del presidente AIR me la pongono.
L’accusa di “strumentalizzazione” lascia un po’ il tempo che trova. Che gli appetiti dei procuratori siano cresciuti con l’avvento del professionismo è fuori di dubbio, ma non mi pare che finora si sia verificato nulla di simile. Magari qualche caso, non lo metto in dubbio, ma il trend generale non mi pare quello. Ed è tutto da dimostrare – allo stato attuale – che gli interessi dei procuratori divergano da quelli dei giocatori. C’è poi questa tendenza a vedere i giocatori come dei bambinoni non del tutto cresciuti e/o maturi. Direi che non è così , a meno che non si voglia fare diventare generale qualche caso particolare.
La minaccia di sciopero: voci di ipotesi di sciopero da parte dei giocatori erano circolate un paio di mesi fa. Rumors, indiscrezioni che dicevano che gli atleti erano pronti a usare quest’arma sempre come extrema ratio, s’intende. Nulla di ufficiale comunque. Quello però su cui sorvola Di Salvatore è che i giocatori erano pronti a scioperare contro quell’ipotesi di contratto – che ancora è in piedi, anche se non se ne parla – proposta dalla FIR e controfirmata dall’AIR. E i giocatori delle due franchigie, più una rappresentanza di quelli dell’Eccellenza, dopo un incontro carbonaro a Verona avevano dato mandato al consigliere Paolo Vaccari (eletto in quota giocatori) di far conoscere e ufficializzare il loro “no” a quell’accordo con una lettera portata in Consiglio Federale. I giocatori hanno sconfessato l’operato dell’AIR in quella occasione.
Il paventato sciopero e quanto appena detto si collegano poi nel vero nocciolo della questione: che rappresentanza reale ha l’AIR? Quanto è diffusa tra i giocatori? Perché a me risulta che le intere rose delle due franchigie celtiche abbiano dato mandato all’avvocato D’Amelio di dar vita alla nuova associazione. Che sono poi il 95% di quelli che poi – in teoria – secondo il presidente AIR dovrebbero scioperare. E se è vero che questa nuova associazione nasce dall’alto è altrettanto vero che eserciterà una fortissima attrattiva sui giocatori delle categorie più in basso, a partire dall’Eccellenza. E forse è questo quello che teme il presidente Di Salvatore.
A QUESTO LINK L’INTERA DI INTERVISTA DI SOLORUGBY AL PRESIDENTE AIR