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L’AIRC e l’Ilva di Taranto – Articolo di risposta

Creato il 08 novembre 2013 da Salvatore Cugliari

Le risposte del micio

Proprio ieri, ho partecipato ad un incontro con i ricercatori dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) tenutosi nella struttura scolastica superiore che io frequento. La mia scuola, infatti, è stata tra le 64 scuole superiori scelte in tutt’Italia per partecipare ad un’iniziativa che, a dire di AIRC, fa parte di un progetto molto più ampio e che a permesso ai ricercatori AIRC di incontrare moltissimi studenti per raccontare i recenti progressi della ricerca e per approfondire quello che, secondo molti scienziati, può essere definito “il male del secolo”, ovvero, il cancro.

Durante appunto quest’incontro, davvero interessante devo ammettere, tutti gli studenti hanno avuto la possibilità di formulare una domanda, inerente naturalmente alle tematiche affrontate nel corso del “meeting”, al prof. Viglietto Giuseppe, Delegato del rettore per la Ricerca ed il Trasferimento Tecnologico e Coordinatore della Commissione per la Ricerca Scientifica dell’Università di Catanzaro. Come c’era da aspettassi, non sono riuscito a tenere a bada la mia curiosità e la mia voglia di domandare e, perché no, di provocare. D’altronde l’arte della provocazione la reputo una materia per pochi e, modestia portami via, di quest’arte mi considero un valido esponente. Comunque, la domanda, sicuramente provocatoria, che io avevo elaborato è la seguente: “L’AIRC ha fatto qualcosa per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’Ilva di Taranto?”. Questa domanda non ho avuto l’occasione di rivolgerla in modo diretto al prof. Viglietti ma l’ho consegnata in forma anonima ad un docente, che inseguito l’ha, a sua volta, consegnata insieme a tutte le altre al professore.

La mia domanda è stata una delle prime alle quali il prof. Viglietti ha risposto ma, sinceramente, devo dire che la sua risposta non mi è affatto piaciuta e siccome in quell’occasione non avuto la possibilità di controbattere sfrutterò il mio portale per replicare alle sue dichiarazioni.

Giuseppe Viglietti

Giuseppe Viglietti

Viglietti prendendo la mia domanda come una provocazione, che io chiamerei più che altro una “provocazione informativa”, ha affermato che “i giornalisti” molte volte “tendono a cavalcare l’onda mediatica di ciò che fa notizia e scalpore” insinuando in questo modo che la questione “Ilva di Taranto” sia una montatura per vedere giornali. Ma la frase clou della risposta di Viglietti è stata: “Non abbiamo dati certi” (nemmeno per intervenire al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vicenda, ndr). Illustrissimo e celeberrimo prof. Viglietti ma di quanti altri “dati certi” ha bisogno l’AIRC per prendere una netta posizione su la prima causa a Taranto e non solo di cancro, quello stesso male che l’associazione, di cui lei è rappresentante, combatte? Secondo lei, perché all’Ilva i tumori polmonari sono aumentati del 33% e del 419% i mesoteliomi pleurici che comportano l’aumento di probabilità di riscontrare un tumore? Per fumo di tabacco? Alcol?

Credo, signor Viglietti, che tutti i cittadini italiani essendo i primi contribuenti e sostenitori dell’AIRC e della battaglia contro il cancro debbano essere quantomeno informati sulla vicenda “Ilva”. Bisogna che l’AIRC prenda una netta posizione rispetto a questo caso non solo giudiziario ma, anche e soprattutto, sociale. E poi professore, il fatto che tutti sono a conoscenza di quanto “fanno male alla salute le scorie radioattive” non le vieta di ribadirlo e di affermare che l’Ilva è non solo una vergogna nazionale ma anche e soprattutto il “traghettatore del male del secolo” in tutta Taranto e dintorni.

Ps. Moltissime associazioni come questa (vedi foto) avevano e hanno richiesto l’intervento e il sostegno, quantomeno morale, dell’AIRC in riferimento alla vicenda dell’Ilva di Taranto. La risposta dell’AIRC? Silenzio tombale.

Airc


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