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L'albero da frutto (la ragione)

Da Paritismo @MgFarina

 Di Roberto Rossi
L'ALBERO DA FRUTTO (LA RAGIONE)

Quanto scriverò potrà sembrare banale a fronte dei problemi che in questo periodo tutti noi stiamo vivendo. Credo, però che al di là dell'aspetto apparentemente superficiale, si nasconda qualcosa di più profondo e che riguarda il senso di cosa siamo noi in questi tempi.
Cammino per le vie della mia città, Vicenza, lo faccio spesso. Camminare è interessante oltre che bello, e non più tardi di solo qualche giorno fa (oggi 27 settembre 2012), e posso dire, ancora, ad un certo punto del mio percorso, notai della frutta a terra. Delle pere!! Molte, alcune quasi intere ed altre spiaccicate, perché ormai mature. Ovviamente, si trattava di un albero che con le sue fronde fruttifere sporgeva oltre il suo confine recintato di una abitazione privata dove cresceva e la sua chioma con i suoi frutti si trovava sopra al marciapiede. In altre occasioni, nel tempo, notai le stesse situazioni con altri tipi di alberi da frutto, con i frutti che cadevano a terra per marcire, come le buone intenzioni che oggi marciscono nel fango quotidiano. Ora, noi Italiani, siamo conosciuti perché amiamo molto la bellezza e l'estetica. Amiamo le cose belle, in sostanza. L'estetica ovviamente ha il suo valore, qui non si discute. Ma, l'estetica fine a se stessa, che non và oltre per dare una certa utilità, credo sia veramente triste, anche perché è limitata nel tempo, a seconda di cosa e come è costituita, ma in ogni caso, è a tempo. Perché, dico questo?
Gli alberi in questione che sono da frutto, tipo meli, peri, melograni, albicocchi, susini ed altri, vengono piantumati o per la bellezza dei colori come certi susini, oppure per la copiosa ed attraente fioritura in primavera. Alcuni di questi alberi (susini), sono piantumati come verde decorativo qui in città. Praticamente, salvo rare occasioni osservate da me, questi alberi fanno "estetica", non tenendo in alcun conto il loro reale significato, diventando solo dei "Modelli decorativi", non ci degniamo così di raccoglierne la frutta, lasciandola marcire sul selciato preferiamo il negozio dove di sicuro, sarà molto più colorata, molto più grossa, molto più bella e molto più cara. Insomma, molto più!!
Un giorno alcune settimane fa, ad un incrocio nel prato antistante le antiche mura scaligere, dove ci sono due alberi di susino piantumati dal Comune vidi tre donne vestite con i loro abiti tradizionali coloratissimi, forse indiane o pakistane o altro paese asiatico, che si allungavano per arrivare a raccogliere i frutti dai rami. Era una bella immagine, perché loro, indifferenti dal resto che le circondavano, tra risate e allegria rappresentavano una realtà lontana da noi, sembravano una icona d'altri tempi e, probabilmente tra lo scherno dei vicentini che di lì passavano, imperterrite raccoglievano i frutti.
L'esempio forse può sembrare banale, come dicevo all'inizio, forse sono piccole cose, piccoli significati in un'epoca dove l'eclatante, sopratutto se fasullo, fa notizia e dà "enfasi alla vita". Ma sono queste piccole "cose" che danno il senso di cosa noi siamo o cosa stiamo diventando. Ci commuoviamo davanti ad una foto di un bambino denutrito o ad un servizio televisivo dove si vedono donne, bambini, anziani che "arrancano" nel deserto, (forse mentale?), tra tende malconce, senza acqua e viveri, ma poi siamo sdegnosi davanti ad un albero da frutto che con generosità, ci premia con i suoi frutti, piccoli, ma buoni: ma che per noi è solo un fatto di "estetica". Sono forse, queste piccole cose di cui non sappiamo più coglierne il senso, di cui un tempo era ciò che serviva a farci sentire appartenenti ad una società umana, a farci comprendere la solidarietà e la condivisione, che ora sono interpretate come una "debolezza?". Forse è il nostro "essere evoluti", che ci allontana dal riconoscere che si dovrebbe ripartire dalle "piccole cose" per riprendere quel senso di appartenenza alla Ragione?
Forse il nostro albero da frutto, la mente, se nutrita bene dalla Ragione, ci potrebbe dare buoni frutti, basta saperli cogliere. Sapremo coglierli?
L'ALBERO DA FRUTTO (LA RAGIONE)


Roberto Rossi pittore e poeta



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