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La voce all’altro capo della linea mi detta un testo che sarà pubblicato nel blog Voci tra le sbarre (http://vocescubanas.com/voztraslasrejas/). È Pedro Argüelles dal carcere di Canaleta che scambia con me alcune idee sugli attuali colloqui tra la Chiesa e il governo cubano. Tema difficile da affrontare con un prigioniero che potrebbe illudersi troppo di fronte a frasi eccessivamente ottimiste e finire con le sue aspettative frustrate. Possiedo poche informazioni, lo confesso, i media ufficiali hanno mostrato solo brevi immagini dell’incontro tra il Cardinale Jaime Ortega e il Generale Raúl Castro, senza rivelare gli argomenti in discussione. Ma - mi azzardo a dirlo - per strada si vocifera di negoziati per liberare prigionieri, confermati dalle autorità ecclesiastiche durante una conferenza stampa alla quale non sono stati invitati né i giornalisti indipendenti né i blogger.
L’argomento da un lato mi fa piacere e dall’altro mi lascia con la bocca amara. Pare di vedere un tavolo che cerca di stare in piedi su due zampe, mentre proprio alla terza (http://convivenciacuba.es/content/view/50/59/) - esclusa o ignorata - dovrebbe toccare il maggior peso nelle decisioni. Ogni volta che non viene convocata un’importantissima parte della nazione composta da gruppi e associazioni della società civile ci troviamo di fronte a una discussione limitata. Un argomento che riguarda militari e cittadini, cattolici e atei, sostenitori del regime e anticonformisti non dovrebbe essere discusso solo tra uniformi e mantelli cardinalizi. In questi incontri brillano per la loro assenza i portavoce di una parte ferita di Cuba che ha figli, coniugi e genitori condannati per motivi politici. Come si può intercedere per il danneggiato senza dargli la possibilità di esprimersi, senza permettergli di essere rappresentato nel luogo dove si parla della sua sorte? Pedro, Pablo e Adolfo mi chiameranno ancora. Non so che dire su questi incontri che si svolgono a porte chiuse, sui misteriosi accordi che stanno concludendo. Desidero così tanto che i loro nomi siano compresi nell’elenco di coloro che potrebbero ricevere una “licenza extrapenale” che mi lascio cullare dalla speranza. Malgrado ciò, non dobbiamo farci ingannare.
L’esercizio della libera opinione è ancora una figura delittuosa nel nostro codice penale e le persone che usciranno di galera saranno considerate un elenco di colpevoli. Grazie all’operato della Chiesa come mediatrice, anche le autorità cubane dovranno ascoltare tutti i loro cittadini, incluso gli oppositori. Le persone che manifestano posizioni critiche non sono ritenute degne di partecipare al dialogo e per questo motivo oggi il tavolo può contare soltanto su due punti di appoggio. Varie zampe potrebbero dargli l’equilibrio della diversità, ma bisogna che vengano riconosciute e che le lascino esistere.
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Intanto la chiesa dovrebbe occuparsi in primis dei tanti pedofili in tonaca,non necessariamente nera,che manda in giro per il mondo poi e' curioso come anche la notizia di eventuali negoziati (gia' me lo vedo Raul che "negozia" con un baciapile....) non soddisfi la nostra indefessa fanciulla.
Ma a tutto c'e' un perche'...se qualcosa cambia davvero...a cosa servira' poi una come la Sanchez?
Finiranno i bonifici?
Cadra' l'albero della cuccagna?
Molto molto meglio che tutto rimanga com'e'...meno l'ammontare di quattrini sul suo conto corrente....