Quando è possibile, l’allattamento al seno è da preferire. Ma esistono alcune situazioni per le quali si può utilizzare il tiralatte, mantenendo i vantaggi dell’allattamento al seno.
Il suo utilizzo può essere utile quando la mamma deve riprendere il lavoro e non può garantire la sua presenza al momento dei pasti del piccolo ma anche se produce più latte rispetto a quello succhiato nelle singole poppate.
Il tiralatte manuale è piuttosto economico rispetto a quello elettrico, è maneggevole e leggero.
Alcuni negozi di articoli sanitari, propongono tiralatte elettrici a noleggio.
E’ composto da una sorte di ventosa che aderisce al seno e con un pompaggio, favorisce la fuoriuscita del latte che confluisce in un recipiente di plastica. Prima di maneggiare il tiralatte, è necessario lavare con acqua calda e sapone le mani e sterilizzare le varie componenti del tiralatte.
Un volta estratto il latte, si può conservarlo per breve tempo in frigorifero o per molti più giorni nel freezer. L’importante è che il latte scongelato non venga più ricongelato.
I sacchetti utilizzati per congelare il latte devono essere sterili e non vanno mai riempiti fino all’orlo perché nel passaggio da stato liquido a solido, il latte aumenta di volume.
Inoltre, per massimo quarantotto ore, il latte può essere tenuto in frigorifero sempre dentro vasetti sterili.
Nel freezer, il latte si può conservare per circa due mesi, senza che vengano alterate le sue proprietà. E’ importante applicare sulle bustine o sui contenitori utilizzati un’etichetta che riporti la data precisa nella quale il latte è stato congelato.
Per portare il latte a temperatura ambiente, va fatto scongelare e poi scaldato, evitando di ricorrere al microonde che potrebbe alterare le sue virtù, per temperature troppo elevate.