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L’alloggio segreto

Creato il 15 ottobre 2011 da Patrizia Poli @tartina

 

Non restituirò a chi me l’ha prestato “Il diario di Anna Frank” perché lo releghi un’altra volta in soffitta, dove l’ho scovato, quasi come Ellie e Miep lo ritrovarono sotto un mucchio di giornali “nell’alloggio segreto”.

Mi sta dando tanto, credo che Anna, lasciata libera di crescere, sarebbe diventata una grande scrittrice. Chissà che cosa, potendo, avrebbe raccontato di quegli otto mesi a Bergen Belsen.

Mi emoziona, Anna, mi fa soffrire, mi diverte. Leggo ogni parola, come dice Natalia Ginzburg nella prefazione, sempre tenendo presente la conclusione e tuttavia sperando in un’impossibile svolta, in un lieto fine dove i tedeschi non arrivano mai a sfondare la porta del nascondiglio.

Quello che mi rimarrà, dopotutto, è la piccolezza e la grandezza dell’animo umano, che Anna sa descrivere tanto bene, e la sua fiduciosa, limpida bontà.

E la sera, quando a letto termino la mia preghiera colle parole: “Ti ringrazio, mio Dio, per tutto ciò che è buono e caro e bello”, sono piena di gioia. Allora penso: “buona” è la sicurezza del nostro rifugio, è la mia salute, è la mia stessa esistenza; “caro” è Peter, è quel sentimento delicato e indistinto che noi due non osiamo ancora nominare, o sfiorare, ma che verrà, e sarà l’amore, l’avvenire, la felicità; “bello” è il mondo; il mondo, la natura, la bellezza e tutto ciò che la forma.” (Anna Frank)


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