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L’Altra Europa (di Tsipras) e la sinistra italiana che non c’è.

Creato il 08 giugno 2014 da Trame In Divenire @trameindivenire

Il progetto che fu e che avrebbe voluto essere SEL, è ormai morto e sepolto da tre anni buoni. Da subito dopo il primo congresso di SEL tenutosi in quel di Firenze (ottobre 2010). Anzi già durante. Quando incarichi e deleghe furono puntualmente spartite tutte intorno al cerchio magico con al centro Vendola e il sistema di adorazione e sudditanza che mirava a radicarsi in ogni angolo della regione Puglia e a prenotare quel misero 3% di poltrone in parlamento, grazie all’accordo elettorale col PD.

Il tutto alla faccia della costituzione e dello statuto di SEL, in cui si predicava la democrazia partecipata, la fine del centralismo democratico, la rottura degli argini, l’invasione di campo e bla bla bla. Fino al primo congresso c’ho creduto e lavorato, avendo partecipato alla fondazione del primo circolo di SeL a Fasano, subito dopo quello di Bari, nel 2009.

Oggi è il turno de L’Altra Europa. La parola data, l’impegno politico assunto, il progetto politico (ma quale?!), non contano. Contano sempre i cerchi più o meno magici, le discriminazioni aprioristiche, gli individualismi, rivalità, settarismi.

Barbara Spinelli di cedere il seggio al parlamento europeo, così come aveva promesso nell’assumersi l’impegno elettorale, non ne vuole più sapere. Avrebbe dovuto lasciare il posto a Marco Furfaro di SEL, candidato con la Spinelli. Ora, a prescindere dall’appartenenza di Marco a SEL, non si può certo negare che il suo percorso politico, il suo impegno di questi anni, non sia stato chiaro, netto, tutto a favore dei beni comuni per il bene comune, per un’Europa (e un’Italia) dei cittadini, dei diritti, dell’equità, del lavoro, della giustizia sociale, il cui i cerchi (magici e non) non contano, contano valori e principi, contano le persone, tutte, le prime e sopratutto le ultime.

E dunque, è così che la sinistra intende ricostruirsi, rinascere e progettare un futuro che si fondi su questi principi e valori?

Intanto, Marco Furfaro ha inviato una lettera aperta a Barbara Spinelli: la trovate qui.


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